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“Vegliate dunque e pregate in ogni tempo!”

La situazione a livello internazionale è talmente complessa da dover richiamare fortemente l’attenzione di ognuno di noi e di chiunque altro voglia diventare un vero discepolo di Gesù Cristo.

Un senso di urgenza

In Matteo 24:42, parlando del Suo futuro glorioso ritorno sulla terra, Gesù Cristo dice: «Vegliate dunque, perché non sapete a che ora il vostro Signore verrà». Queste parole invocano un senso di urgenza.
Anche in Marco 1:14-15 leggiamo che «…dopo che Giovanni fu messo in prigione, Gesù venne in Galilea predicando l’evangelo del regno di Dio, e dicendo: ‘Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino. Ravvedetevi e credete all’evangelo’».
Questi due brani del Vangelo riassumono lo scopo più importante di tutte le profezie bibliche: l’ormai prossima instaurazione del Regno di Dio sulla terra e la richiesta di ravvedimento! Ancora una volta le parole di Cristo trasmettono un gran senso di urgenza. La profezia e il ravvedimento vanno infatti di pari passo.
«Cercate prima il Regno di Dio», ci esorta Cristo in Matteo 6:33. Conoscere quali sono le condizioni che condurranno al Regno di Dio ci aiuta a restare motivati spiritualmente.
E’ possibile che i miscredenti ironizzino a tal proposito sostenendo che Gesù pronunciò queste parole duemila anni fa e in realtà i suoi fedeli lo stanno ancora aspettando invano.
Gesù venne sulla terra due millenni fa durante l’occupazione romana della Giudea. Molte persone che lo circondavano dovevano essere a conoscenza delle profezie bibliche che avevano annunciato l’arrivo dell’Impero Romano. In Matteo 24, quando i Suoi discepoli gli chiesero quali segni avrebbero annunciato il Suo futuro ritorno sulla terra, Gesù fece riferimento alla profezia di Daniele, dicendo: «Quando dunque avrete visto l’abominazione della desolazione, predetta dal profeta Daniele…» (Matteo 24:15). I suoi discepoli conoscevano perfettamente le profezie di Daniele.
Questo è anche il caso di Giuseppe Flavio, storico giudeo del primo secolo, il quale narra un aneddoto profetico particolarmente interessante. Scrivendo di uno dei primi conquistatori della regione, Alessandro Magno, Giuseppe parla dell’entusiasmo mostrato dai giudei all’arrivo di Alessandro in Gerusalemme:
«E quando Alessandro si recò nel suo tempio, offrì un sacrificio a Dio, secondo quanto gli fu istruito dall’alto sacerdote e trattò magnificamente l’alto sacerdote e gli altri sacerdoti. Quando gli fu mostrato il libro di Daniele, nel punto in cui Daniele dichiarò che un membro del popolo greco avrebbe distrutto l’impero dei persiani, pensò che si trattasse proprio di lui» (Antichità giudaiche, Vol.XI).
Esistono diverse profezie sull’arrivo di Alessandro scritte più di due secoli prima dal profeta Daniele, all’epoca dell’Impero Babilonese.
I capitoli 2 e 7 di Daniele, riportati per iscritto durante la monarchia dinastica di Nabucadonor e Baldassare entrambi re di Babilonia, annunciarono una serie di imperi gentili che si sarebbero succeduti uno dopo l’altro nell’arco di alcuni secoli. L’Impero Babilonese, il primo, sarebbe stato conquistato dalla Persia, che a sua volta sarebbe stata sottomessa dalla Grecia di Alessandro Magno.
Le profezie arrivano persino a indicare che Alessandro sarebbe morto giovane e che il suo regno si sarebbe diviso in quattro regni più piccoli, che è poi quello che è accaduto realmente. Col tempo, i regni ellenistici che succedettero Alessandro furono conquistati da Roma.
I guidei dell’epoca di Cristo conoscevano tutto ciò. Sapevano che l’impero che li aveva conquistati era stato profetizzato secoli prima da Daniele. Per loro la profezia biblica era qualcosa di estremamente reale. Sapevano anche che l’Impero Romano sarebbe caduto con l’arrivo del Regno di Dio (Daniele 2:44). Pertanto, quando Gesù Cristo arrivò predicando il Vangelo del Regno di Dio e invitando la gente a ravvedersi (Marco 1:14-15), la gente avvertì un forte ‘senso di urgenza’.
Quello che tuttavia i giudei non compresero, era che l’Impero Romano sarebbe stato succeduto da diverse rinascite imperiali (Daniele 7:7-8) nel corso dei successivi 2000 anni. La risurrezione finale, l’unione di «dieci re i quali non hanno ancora ricevuto il regno, ma riceveranno potestà come re, per un’ora, insieme alla bestia» (Apocalisse 17:12) non si è ancora avverata.
Capire correttamente la cronologia delle profezie è fondamentale e dovrebbe creare in noi quel senso di urgenza di cui abbiamo ripetutamente parlato. Dovrebbe aiutarci a capire che Dio ha il comando della situazione; il Suo piano profetico sarà una realtà, tanto vera quanto il sorgere e il tramonto del sole. Come scritto in Daniele 2:21: «Egli muta i tempi e le stagioni, depone i re e li innalza, dà la sapienza ai savi e la conoscenza a quelli che hanno intendimento».
In altre parole il Regno di Dio è “a portata di mano”, considerando che «…i giorni dei nostri anni arrivano a settant’anni» (Salmi 90:10) e prima o dopo moriremo (Ebrei 9:27). Tuttavia, siccome nella morte non vi è alcuna coscienza né cognizione del passar del tempo, in questo senso il Regno di Dio è “a portata di mano” per ognuno di noi, quando saremo risuscitati in un batter d’occhio».
Dopo la morte e risurrezione di Gesù Cristo, gli apostoli continuarono l’opera di predicazione del Vangelo. Durante la Festa di Pentecoste, poco dopo la morte e resurrezione di Cristo, oltre tremila persone si unirono alla Chiesa dopo aver ascoltato il sermone di Pietro incentrato sulla figura di Gesù, il Messia, per le numerose profezie portate a compimento:
«Or essi, udite queste cose, furono compunti nel cuore e chiesero a Pietro e agli apostoli: ‘Fratelli, che dobbiamo fare?’ Allora Pietro disse loro: ‘Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo’» (Atti 2:37-38). E lo stesso vale oggi, anche se sono passati 2000 anni.
«Profezia» e «Ravvedimento» vanno di pari passo
La consapevolezza della profezia biblica e la profonda comprensione della cronologia profetica dovrebbero colmare le nostre menti di un grande senso di urgenza spirituale. E’ importante pianificare la nostra esistenza fisicamente perché arrivati a una certa età moriremo per certo, ma dobbiamo pianificare la nostra esistenza anche spiritualmente come se la morte sopraggiungesse l’indomani, cosa che effettivamente potrebbe accadere.
La profezia ha assunto un nuovo senso di urgenza negli ultimi sei decenni da quando nel Medio Oriente si è affermato il ritorno dei giudei nella Terra Promessa. L’attuale Stato d’Isarele è in gran parte discendente del «regno di Giuda», anticamente scomparso ma destinato a risorgere in tempi moderni affinché molte profezie del tempo della fine si avverassero.
Non sorprende quindi il fatto che alla domanda «Quando avverranno dunque queste cose?» (Luca 21:7), Gesù rispose facendo concentrare l’attenzione dei Suoi discepoli sulla città di Gerusalemme (v. 20).
Nel versetto 36 Gesù aggiunge: «Vegliate dunque, pregando in ogni tempo, affinché siate ritenuti degni di scampare a tutte queste cose che stanno per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo» (Luca 21:36).
Gesù promette ai Suoi seguaci una via di salvezza dagli eventi terrificanti che secondo le profezie si avvereranno prima del Suo ritorno glorioso sulla terra. L’umanità avrà ridotto questo mondo in una condizione devastante, ma Gesù Cristo tornerà per salvare la razza umana dall’autodistruzione (Matteo 24:22).
Conoscere l’epoca in cui viviamo può aiutarci spiritualmente. La nostra attenzione primaria dovrebbe essere focalizzata sul Medio Oriente, anche se l’ultima rinascita dell’antico Impero Romano in Europa deve tenere alta la soglia di attenzione.
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