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Feste di fine anno: come banconote false!

Gentile direttore: perché non festeggiate il Natle e le altre feste di fine anno? (C.R. di Padova).
Risposta:
Qualcuno ha paragonato le feste di fine anno a delle banconote false. Quando fate la spesa, il venditore passa le vostre banconote in una macchina che controlla se sono vere o false. Prima o dopo tutti saranno chiamati ad analizzare come si falsificano i soldi, chi li mette in circolazione e per quale scopo. Naturalmente questa vuole essere un’analogia con le feste di Natale, Capodanno ed Epifania. Ogni anno ci chiediamo perché molti celebrano queste feste di fine anno senza verificarne l’origine?

Scrivo questa lettera perché so bene, per esperienza, che avete un senso di solitudine quando la maggior parte dei vostri parenti e amici celebra le feste di fine anno romano. So che alcuni di voi, dopo aver amorevolmente espresso ai vostri cari le ragioni per cui voi non celebrate più la festa di Natale, avete ricevuto solo degli insulti anziché un “grazie” per la verità che avete loro proclamata. E’ quindi comprensibile che la solitudine può trasformarsi in tristezza nel constatare quanto sia ancora chiusa la mente carnale alla verità di Dio. Ma in questo nostro “deserto spirituale” abbiamo però la consapevolezza di aver fatto lacosa giusta, che in realtà, Iddio un giorno chiamerà anche i nostri amici e i nostri cari, e che nel frattempo non siamo mai soli. Abbiamo più di mille motivi per essere strapieni di gioia, in quanto Gesù ha detto: «Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente» (Matteo 28:20).

Naturalmente non c’è nulla di sbagliato nel godere momenti di socialità e affettività con amici e parenti. Ma c’è molto di sbagliato se lo facciamo per commemorare eventi legati a persecuzioni sanguinarie perpetrate contro i nostri padri spirituali nei secoli passati, proprio a motivo delle cosiddette feste di fine anno del calendario gregoriano, detto romano. Inoltre, non avremmo problemi a celebrare la festa di Natale se non fosse anche per il fatto che, leggendo i fatti biblici, si può evincere che Gesù è nato in autunno e non in pieno inverno! Ma non è solo un problema di data. E’ un problema di paganità, di idolatria.

L’esempio dei primi Cristiani

I primi veri cristiani si rifiutavano categoricamente di celebrare i baccanali romani di fine anno, specificamente la Saturnalia, la Brumalia e la Sagittaria. Questi baccanali ricorrevano dal 24 novembre fino al 7 gennaio. In seguito, con l’avvento del Sacro Romano Impero dei papi, queste feste furono soprannominate con l’appellativo di Natale, Capodanno ed Epifania. Cambiarono i nomi a queste festività pagane con la pretesa offensiva e blasfema di dedicarle a Cristo nostro Signore. Ma a prescindere dal nome che portano, queste feste sono rimaste intrise di idolatria fisicamente e spiritualmente.
C’è di più. Queste festività di origine pagana sono state sistematicamente promosse per oscurare le festività bibliche che sono invece state santificate e confermate da Dio nel Nuovo Testamento (Levitico 23 e Matteo 5:17-19 e Romani 3:31). Se non conosci le feste bibliche, richiedi il nostro opuscolo gratuito intitolato: Feste Bibliche: disegno di Dio per la salvezza dell’umanità.

La paganità dei popoli denunciata

Le tradizioni pagane sono dure a morire, anche perché sono impregnate di superstizione, misticismo e allegra socialità. Tale realtà indusse il vescovo Leone I, nel 460, a lamentarsi dicendo:
«Il culto del sole è così radicato che alcuni, prima di entrare in chiesa, si volgono verso il sole e piegando la testa si inchinano in onore dell’astro fulgente. Siamo angosciati e ci addoloriamo molto per questo fatto che viene ripetuto per mentalità pagana. I cristiani dovrebbero astenersi da ogni apparenza di ossequio a questo culto degli dei» (Papa Leone I ,7° sermone tenuto nel natale del 460-XXVII-4).
Ma il compromesso di celebrare il natale il 25 dicembre era ormai fatto.
A nulla sono valsi le ripetute denunce dei profeti contro le tradizioni pagane, come l’uso decorativo dell’albero di natale, la cui pratica risale a secoli prima di Cristo, come denunciato dal profeta Geremia, capitolo 10, versi 3-10:
«Poiché i costumi dei popoli sono vanità: infatti uno taglia un albero dal bosco, il lavoro delle mani di un operaio con l’ascia. Lo adornano d’argento e d’oro, lo fissano con chiodi e martelli perché non si muova. Stanno diritti come una palma e non possono parlare; bisogna portarli, perché non possono camminare. Non abbiate paura di loro, perché non possono fare alcun male, né è in loro potere fare il bene». Nessuno è simile a te, o Eterno; tu sei grande e il tuo nome è grande in potenza. Chi non ti temerebbe, o re delle nazioni? Sì, questo ti è dovuto, perché fra tutti i savi delle nazioni, in tutti i loro regni non c’è nessuno simile a te. Sono tutti insieme stupidi e insensati; il loro idolo di legno è una dottrina di nessun valore. Argento battuto in lamine portato da Tarshish e oro da Ufaz, lavoro di artigiano e di mano di orefice; il loro vestito è di porpora e di scarlatto, sono tutti lavoro di uomini esperti. Ma l’Eterno è il vero DIO, egli è il DIO vivente e il re eterno. Davanti alla sua ira trema la terra e le nazioni non possono reggere davanti al suo sdegno.»

Che dire della figura mitologica di “babbo natale” e della domenica?

Nelle antiche celebrazioni pagane, si narra che d’inverno, un uomo vestito di pelli di capra e con indosso una maschera che ritraeva, il norvegese dio del tuono “Thor”, con le renne tirava il suo carro attraverso il cielo invernale. Una descrizione quasi accurata del moderno “babbo natale”. Questi porta doni come giocattoli e caramelle ai bambini mentre agli adulti dona loro le cose di cui hanno bisogno per affrontare il freddo inverno. Queste e altre tradizioni pagane risalgono a migliaia di anni fa. Ma tutti questi simboli non hanno nulla a che vedere con Gesù Cristo.
Ireneo, Tertulliano e Origene, teologi e filosofi, a cavallo del secondo e terzo secolo dopo Cristo, lamentarono che i pagani convertiti al cristianesimo continuavano usanze pagane come il festeggiare i propri compleanni (Matteo 14:6) e l’adorazione del dio sole nel giorno che in seguito fu chiamato “domenica”.
In tutto l’impero romano la santificazione del Sabato quale vero settimo giorno della settimana era divenuta molto popolare tra i primi pagani convertiti al cristianesimo durante i primi due secoli. Fino a quando l’Imperatore Costantino (306-337) non ripristinò l’osservanza obbligatoria del primo giorno della settimana, giorno voluto con ostinazione dalla tradizione pagana in onore al dio sole, solis invictus. Costantino e il clero asservito al suo impero, nel tentativo di dare una parvenza di cristianità alle popolazioni, cambiarono arbitrariamente il “primo giorno’’ della settimana in “settimo’’ e dedicarono tale giorno a Gesù Cristo, chiamandolo “Domenica’’. Ma lo spirito delle masse è rimasto prevalentemente pagano. Molti, obbligati per legge, pena la persecuzione, si arresero ed accettarono la domenica in luogo del sabato come giorno di culto. I più fedeli però continuarono ad osservare il Sabato sopravvivendo lontani dall’Impero.

L’origine del Capodanno

E che dire della festeggia il capodanno, la cosiddetta “notte di San Silvestro” il 31 Dicembre? Quanti pensano o sanno che questa è la data di nascita e di morte di Papa Silvestro. Questi è colui che convocò il Primo concilio ecumenico di Nicea e convinse l’imperatore Costantino a cambiare il Quarto Comandamento e a perseguitare tutti gli osservatori del Sabato. Quant’è paradossale e tristemente ironico il fatto che, a capodanno, nel cosiddetto “giorno di san Silvestro”, molti credenti ancor oggi festeggiano il persecutore della verità!
E’ manifesto ancor oggi quanto sia lontana dal vero Cristo la cristianità secolarizzata e spiritualmente prigioniera dell’idolatria attraverso feste parrocchiali dedicate ai loro santi e specialmente attraverso la festa di natale, di capodanno e di epifania, durante i quali tutti ostentano di essere più buoni e, allo stesso tempo, tutti spendono e spandono, perfino scommettono soldi con giochi d’azzardo! Le loro feste sono in onore del loro vero dio: il denaro e il piacere della carne!

Non siamo soli

In conclusione, oggi come in passato, il «piccolo gregge» di Cristo continua ad osservare le solennità ordinate da Dio. E’ comprensibile che si abbia un senso di solitudine in momenti in cui la maggior parte di amici e parenti festeggiano. Molti lo fanno per tradizione pagana, senza sapere esattamente che cosa celebrano e perché lo fanno. «Per stare insieme in allegria con i nostri cari, dicono.» Lo facevamo anche noi in passato. Comprendiamoli e approcciamoli sempre con amore. Si può socializzare e stare con parenti e amici in qualsiasi altro giorno dell’anno, specialmente nelle feste realmente comandate da Dio.
Le masse festeggiano qualsiasi giorno tu gli dai da festeggiare. Ma il piccolo gregge di Dio festeggia con piena cognizione soltanto i giorni comandati e santificati da Dio in Levitico 23 e Deuteronomio 16. Per una vita libera dagli inganni del peccato. Per un presente e un futuro radiosi!
Le feste di Dio sono ricche di significato, non false ed effimere come quelle del mondo. Le feste di Dio sono piene di veracità e di eternità. Se non conosci ancora le feste bibliche di Dio, il come e il quando celebrarle, richiedi il nostro opuscolo gratuito intitolato: Feste Bibliche – disegno di Dio per la salvezza dell’umanità.
Nel deserto spirituale che Dio ci sta facendo attraversare nel breve tempo di questa vita, abbiamo la gioiosa consapevolezza che in realtà non siamo mai soli ed abbiamo più di mille motivi per essere strapieni di speranza e di conforto nelle promesse di nostro Signore Gesù, perché — ricordate? — Gesù ha detto: «Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente» (Matteo 28:20).
Le masse seguono senza rendersene conto le tradizioni di uomini, ma il piccolo gregge di Dio sparso nel mondo si attiene fedelmente alla Parola di Dio, «affinché non siamo più dei bambini, sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici, l’astuto per eccellenza delle arti seduttrici è satana il diavolo, colui che da principio corrompe tutta l’umanità» (Efesini 4:14). Ma qui è invece «la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù» (Apocalisse 14:12).
Noi, ministri della Chiesa di Dio Unita e le nostre rispettive consorti che ci aiutano nel nostro ministero, inviamo a ciascuno di voi il nostro più fervido incoraggiamento, sostegno spirituale ed affetto fraterno in Cristo Gesù.
Carmelo Anastasi.
Servizi Ecclesiali e Pastorali.

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