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L’Amore Vero: la forza che fa crescere tutti i frutti dello Spirito

Tutti desiderano amare ed essere amati, basti pensare al numero infinito di storie, canzoni e poesie d’amore che sono state scritte nel corso della storia. I romantici cantano le lodi dell’amore, come nella canzone L’amore è una cosa meravigliosa. Sembra che il mondo intero sia innamorato dell’amore.

Il termine «amore» può assumere vari significati, secondo le definizioni che vengono date nei dizionari. Ma anche leggendo la Bibbia ci si imbatte in diversi tipi di amore. Dio vuole che proviamo vero amore nei confronti Suoi e degli altri, ma vuole anche farci vivere un amore più grande, che trascende le emozioni umane.
Molte persone vivono la propria vita nella quasi totale mancanza di amore vero, ma ciò che Dio vuole per ognuno di noi è che, alla fine, arriviamo a percepire il Suo amore scorrere verso e attraverso di Lui, a tal punto da poter affermare con convinzione: «La mia coppa trabocca d’amore».
E’ ironico il fatto che, nonostante ci si sforzi tanto di capire il “mistero dell’amore”, il libro che contiene i consigli più preziosi mai scritti sulle relazioni interpersonali venga il più delle volte ignorato: la Sacra Bibbia! Infatti, attraverso lo studio della Bibbia possiamo imparare moltissimo sull’amore, molto più di quanto noi potremo mai scrivere in queste poche righe, che vogliono solo essere un’introduzione.
Molti degli esempi d’amore narrati nella Bibbia non sono avvenuti ad opera di Dio, poiché anche senza il Suo intervento l’uomo può nutrire un forte sentimento di riconoscenza e gratitudine nei confronti del Creatore.
Tuttavia, attraverso lo studio della Bibbia, possiamo arrivare a provare un amore molto più intenso, sia verso Dio che verso il nostro prossimo, che va al di là delle normali capacità umane. Questa forma di amore, la più alta e pura, è quell’amore sublime e divino che Dio vuole condividere con noi.

Esempi di amore vero

L’amore vero racchiude in sé tutte le caratteristiche della natura di Dio: «Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore» (1 Giovanni 4:8). Possiamo imparare molto sull’amore dall’Amore Stesso, e Dio vuole trasformare la nostra natura affinché diventi simile alla Sua.
Pensate innanzitutto alla decisione di Dio di creare gli esseri umani. Dio non aveva bisogno di noi, e sapeva fin dall’inizio cosa aspettarsi dalle sue creature ribelli: principalmente dolore. Ma è per via del Suo infinito desiderio di condivisione che ha generato «figli e figlie» per ingrandire la Sua famiglia (2 Corinzi 6:18).
Fin da prima della creazione, Dio Padre sapeva che avrebbe dovuto farsi uomo e sacrificare la propria vita per salvare gli umani dai loro peccati e trasformare il loro spirito affinché potessero entrare nel Suo Regno (Ebrei 10:12; Apocalisse 13:8).
«Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna» (Giovanni 3:16). Questo gesto è la dimostrazione pratica dell’amore infinito che Dio nutre per ognuno di noi, in nome del quale ha sacrificato Se Stesso mediante Gesù Cristo, il Suo Unigenito figliolo.

Cosa c’era di “nuovo” nell’amore insegnato da Cristo?

I due «grandi comandamenti» che Gesù ha voluto trasmetterci non erano nuovi. Contrariamente a ciò che molti pensano, l’Antico Testamento è ricchissimo di principi sull’amore, ma quello che Gesù Cristo ci ha voluto far conoscere attraverso il Suo sacrificio d’amore senza precedenti è un tipo di amore totalmente nuovo, di cui ora analizzeremo alcuni aspetti.
Matteo 22:36 ci narra che un avvocato, nel tentativo di mettere alla prova Gesù, gli chiese quale fosse «il grande [più importante] comandamento». Gesù rispose: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua e con tutta la tua mente» (versetto 37).
L’avvocato probabilmente si aspettava una tale risposta, poiché Gesù aveva citato un passaggio preso da Deuteronomio 6:4-9 noto come Shema (dalla prima parola ebraica del libro), che con il tempo era diventato una preghiera che i Giudei devoti recitavano due volte al giorno.
Ma Gesù non si fermò lì, e proseguì dicendo: «E il secondo, simile a questo, è: ‘Ama il tuo prossimo come te stesso’» (Matteo 22:39). Nemmeno questo era un comandamento nuovo, poiché infatti era già stato scritto in Levitico 19:18.
Tuttavia, sembra che i giudei del tempo di Gesù avessero perso nozione del fatto che, agli occhi di Dio, l’amare il nostro prossimo è un comandamento tanto importante quasi quanto quello di amare Dio. La prima cosa che notiamo, quindi, è che Gesù ha ridato importanza all’antico comandamento che vuole tutti a praticare l’«amore verso il prossimo».
Gesù ha inoltre chiarito il concetto di “prossimo” (Luca 10:29) con la parabola del buon Samaritano, nella quale Dio ci dice di trattare tutti come fossero nostri “fratelli”, mettendoci al servizio degli altri e facendo del nostro meglio per aiutare. Dobbiamo essere fraterni con tutti, indipendentemente dalla razza, dalla nazionalità o dal ceto sociale (versetti 30-37).
Nonostante nell’Antico Testamento non sia scritto nulla che possa in qualche modo incitare all’odio, questa filosofia di pensiero era diventata molto comune ai tempi di Gesù (Matteo 5:43), il quale lasciò tutti a bocca aperta quando esclamò l’esatto contrario: «Ma io vi dico: ‘Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi maltrattano e vi perseguitano» (versetto 44). Fu un’affermazione “audace” e rivoluzionaria per quel tempo, poiché andava contro a quella che è la natura umana di tutti i tempi.
Ricorda che l’amore di cui si parla nella Bibbia è molto più legato a ciò che si fa rispetto a ciò che si pensa o che si prova. Pensate per esempio alla Regola per Eccellenza (Matteo 7:12), la quale è solitamente parafrasata così: «Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro». Fermo restando che le parole hanno un grandissimo peso all’interno dei rapporti interpersonali, le azioni sono persino più importanti (Giacomo 2:22-26).
E’ interessante notare come Gesù abbia scelto dei termini di origine greca per sottolineare l’importanza che l’azione e l’impegno hanno in ambito relazionale. Per descrivere questo concetto, Gesù usava solitamente il termine «agape», con l’accezione più generale, come sostantivo e «agapao» come verbo, che implica decisioni ponderate e grande dedizione nel mostrare i propri sentimenti, mentre altre volte usava il termine «phileo» per indicare un profondo affetto.
Per capire meglio il significato del termine amore, può essere utile approfondire l’uso che viene fatto nella Bibbia del termine «odio». Entrambe le parole pongono l’accento sull’azione. Trattare male qualcuno, infatti, è spesso sintomo di odio, mentre al contrario, se amiamo qualcuno saremo sicuramente benigni nei suoi confronti.
Quindi, quando Gesù ci dice «amatevi l’un l’altro», vuole che ci mostriamo ben disposti verso gli altri anche quando la cosa richiede un grande sforzo o quando gli altri non ricambiano il nostro sentimento. Con la frase «mariti, amate le vostre mogli» (Efesini 5:25), invece, Paolo ci esorta a trattare sempre con il massimo riguardo il nostro compagno, anche quando ci verrebbe naturale comportarci altrimenti, poiché più amore diamo, più ci sentiremo amati.

Il perfetto esempio d’amore

Gesù disse: «Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri» (Giovanni 13:34). Dove sta la “novità”? La seconda parte del versetto spiega: «Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri».
Gli insegnamenti di Gesù esprimono il concetto più alto di amore (Luca 6:27-38), di cui Egli Stesso ci ha dato esempio mostrandoci il Suo amore sconfinato e senza precedenti.
Innanzitutto Cristo ha sacrificato la Sua gloria e il Suo potere celeste incarnandosi come un semplice essere umano esclusivamente per il bene dell’umanità (Filippesi 2:5-11).
In secondo luogo, Gesù «è andato dappertutto facendo del bene» come un umile servo, per insegnare, incoraggiare, guarire i malati e confortare gli oppressi (Atti10:38; Matteo 8:1-17). Venne «non per esser servito ma per servire» (Matteo 20:28).
Gesù disse: «Nessuno ha amore più grande che quello di dar la sua vita per i suoi amici» (Giovanni 15:13). Gesù impiegò tutto il Suo tempo e tutta la Sua energia a disposizione degli altri, finendo per sacrificare la Sua stessa vita. Sopportò le sofferenze più atroci e persino la morte per ognuno di noi.
Gli insegnamenti di Cristo e il Suo esempio ci fanno capire che l’amore divino consiste in un profondo e sincero interesse e grande generosità nei confronti degli altri, spronandoci continuamente ad aiutare il prossimo. E’ l’esatto contrario dell’egoismo e dell’egocentrismo.

Imparare ad amare come Dio

Per imparare ad amare veramente bisogna seguire l’esempio della Bibbia, osservare i suoi insegnamenti e rispettare le sue leggi. «Perché questo è l’amor di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi» (1 Giovanni 5:3).
Dio ci ha mostrato il Suo amore dandoci delle leggi perfette, e noi dobbiamo mostrargli il nostro obbedendo a quelle leggi. I primi quattro dei Dieci Comandamenti sono dedicati all’amore verso Dio, mentre i restanti sei all’amore verso il prossimo.
Matteo 5 ci spiega nei dettagli come intendere e mettere in pratica i Dieci Comandamenti. Per capire meglio il motivo per cui il Salmista ha esclamato: «Oh, quanto amo la Tua legge!» (Salmo 119:97), richiedi l’opuscolo I Dieci Comandamenti.
Un modo complementare per imparare ad amare come Dio è entrare in comunione con gli altri fedeli a Dio. I veri cristiani devono imparare ad amare tutti indistintamente, e ad amarsi l’un l’altro in modo ancor più speciale. Dobbiam dare la nostra vita per i fratelli.
Gesù ha detto chiaramente che il modo migliore per dimostrare il nostro amore verso Dio è compiere atti di carità e metterci al servizio degli altri Suoi figli. Gesù ha detto: «In quanto l’avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me» (Matteo 25:40 e 1 Giovanni 4:20-21).
I primi cristiani rappresentano l’esempio perfetto dell’ideale di amore fraterno (Atti 2:41-47; 4:31-37). Gesù ha detto che la caratteristica principale che distingue i Suoi discepoli dagli altri è proprio l’amore che provano gli uni per gli altri (Giovanni 13:35).

L’amore è il frutto dello Spirito di Dio

L’uomo da solo non potrà mai raggiungere un livello d’amore tanto alto da eguagliare quello divino, ma la buona notizia è che se (e sottolineiamo se) lo Spirito di Dio dimorerà in noi, potremo arrivare a provare sentimenti altrettanto intensi verso Dio e il nostro prossimo. L’apostolo Paolo lo chiama «l’amore dello Spirito» (Romani 15:30), e dice che lo Spirito di Dio è lo Spirito «di forza, d’amore e di autocontrollo» (2 Timoteo 1:7).
Ai Galati, Paolo scrisse che «Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo» (Galati 5:22-23). L’amore è in cima alla lista perché rappresenta il sentimento più importante e racchiude in sé anche le altre caratteristiche del frutto dello Spirito.
Il precedente articolo di questa serie parla dello Spirito Santo di Dio. Il passaggio chiave delle Scritture che ci permette di capire come ottenere lo Spirito di Dio è Atti 2:38, che cita: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo».
Solo quelli che hanno ricevuto lo Spirito di Dio possono dire «l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori per lo Spirito Santo che ci è stato dato» (Romani 5:5). Il processo è graduale, e man mano che andiamo avanti Dio ci aiuterà a coltivare l’amore che abbiamo dentro affinché diventi sempre più grande. I versetti precedenti, infatti, descrivono passo per passo questa crescita spirituale, resa possibile grazie all’amore dello Spirito di Dio (versetti 1-5).
Iddio alimenta in noi il Suo stesso amore infinito mediante il Suo Spirito, affinché noi si diventi a nostra volta una fonte d’amore per gli altri. Cristo Stesso paragonò il Suo amore a un fiume che dalla Fonte suprema giunge fino a noi e fuori esce da noi (Giovanni 7:38).
Dio continuerà a far scorrere il Suo amore dentro di noi fin tanto che noi lo proietteremo all’esterno. E’ un amore pieno di gratitudine, e in quanto tale dev’essere reciproco; per questo motivo dobbiamo prima corrispondere l’amore che Dio prova nei nostri confronti e poi proiettarlo all’esterno, amando e aiutando il più possibile il nostro prossimo. Più amore si dà, più amore si riceve. Più amiamo, più saremo amati. Se smettiamo di amare gli altri frutti diventano fradici. Se una persona dice di amare il prossimo e allo stesso tempo offende Dio disconoscendo e trasgredendo i Suoi comandamenti, non ha né lo Spirito di Dio né il vero amore (1Corinzi 13).
Quando scrisse ai Galati, Paolo era preoccupato che l’amore che provavano l’uno per l’altro potesse venire compromesso da una qualche influenza negativa (Galati 5:13; 6:10), poiché in quel periodo si stavano mostrando più inclini alle «opere della carne» che al «frutto dello Spirito». Purtroppo, con il passare del tempo, questa tendenza all’odio e all’egoismo è addirittura peggiorata.

Amare in un mondo di odio

Paolo scrive che «negli ultimi giorni verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti… senza amore per il bene… amanti del piacere anziché di Dio» (2 Timoteo 3:1-4).
Gesù, nella Sua profezia sul tempo della fine, ha detto che «poiché l’iniquità aumenterà, l’amore dei più si raffredderà» (Matteo 24:12).
Questo mondo è ormai dominato dall’indifferenza, dall’ingiustizia, dalle delusioni, dal risentimento, dalla rabbia, dalla violenza e dalla crudeltà. Non c’è più posto per l’amore, solo tanto dolore e profonda solitudine.
Ma quando Gesù Cristo tornerà, la profezia riportata in Ezechiele 36:26 troverà finalmente compimento: «Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne».
Nell’attesa che si compia la profezia, nuotiamo controcorrente e combattiamo la negatività che pervade il mondo. Grazie allo Spirito di Dio, anche tu puoi diventare una luce d’amore in mezzo all’oscurità che avvolge il mondo.
Dio rimane comunque l’unica vera fonte di amore: «Noi lo amiamo, perché Egli ci ha amati per primo» (1 Giovanni 4:19). E’ Dio ad avere in mano le redini del nostro rapporto con Lui. La chiamata di Dio è come una proposta di matrimonio, e sta a noi scegliere se accettarla ed impegnarci con umiltà o meno. Se lo faremo, Dio ci amerà per sempre e farà in modo che i nostri cuori siano ricolmi del Suo amore per l’eternità.
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