registrati
accedi

Le sentinelle di Dio

Come ai tempi dell’antica Gerusalemme Iddio Creatore ha assicurato anche per oggi delle “sentinelle” con il compito di vigilare giorno e notte su tutti i Suoi fedeli affinché siano il “sale” della Terra e la “luce” del mondo (Isaia 62:6-7).
Anche oggi Iddio ha le Sue sentinelle, persone chiamate a pregare per la salvezza dei popoli e ad avvertirli su come scampare al severo giudizio divino della fine dei tempi. E voi? Vi riconoscete quali «sentinelle» di Dio? Se crediamo veramente ai comandamenti dell’Iddio della Bibbia e alla testimonianza di Gesù, non possiamo non assumerci questa seria responsabilità, specialmente ora che si avvicinano «gli ultimi giorni». E’ necessario quindi che assumiamo a nostra volta il ruolo di sentinella per proclamare la via della salvezza, nonostante la sofferenza e il male imperanti attorno a noi.
Anticamente il profeta Ezechiele fu incaricato di vigilare sulla casa d’Israele (Ezechiele 3). Dio lo riportò in una visione a Gerusalemme per osservare lo stile di vita degli ebrei lasciati indietro quando Nabucodonosor catturò la città e molti furono portati in cattività a Babilonia. Sembra che la maggioranza della popolazione non avesse imparato dagli ammonimenti più volte lanciati. A Gerusalemme gli abitanti continuavano ad adorare falsi idoli e seguire tradizioni pagane, contrariamente a quanto Dio aveva insegnato loro;  la corruzione e la violenza erano all’ordine del giorno.

Sospiri e gemiti

A proposito della sofferenza che la corruzione provocava nella parte sana della popolazione, è significativo il brano di Ezechiele 9:1-2. Il profeta narra di trovarsi nel tempio, il cuore della città e luogo rappresentativo della presenza divina, quando vide apparire sei angeli in forma umana, ognuno dei quali aveva in mano la sua arma di distruzione. In mezzo a loro stava un uomo vestito di lino, che aveva un corno da scrivano alla cintura e tutti si misero a fianco dell’altare di rame. Poi l’Eterno chiamò l’uomo vestito di lino, che aveva il corno da scrivano alla cintura, e gli disse: ‘Passa in mezzo a Gerusalemme, e fa’ un segno sulla fronte degli uomini che sospirano e gemono per tutte le abominazioni che si commettono in mezzo di lei’» (v. 3-4).
Dio aveva deciso di abbandonare la città allo sterminio per mano dei nemici del Suo popolo. Chi sarebbe stato risparmiato?  Quelli che non avevano peccato e che avevano pregato con il cuore colmo di afflizione per i peccati della società. Quale segno li distinse come «fedeli» di Dio? La loro preoccupazione e sofferenza nel vedere l’immoralità legalizzata dalla società stessa. Dio apprezzò la loro buona disposizione d’animo e li risparmiò.
Rientriamo anche noi in questa descrizione? Siamo partecipi di quanto succede all’eticità del nostro paese? Riusciamo a vedere le cose che accadono nel mondo come le vede Dio? Comprendiamo quanto le nostre nazioni occidentali si siano allontanati dalla vera fede e dai comandamenti di Dio? Se sì, abbiamo il dovere di aiutare gli altri a capire cosa succederà quando Dio esprimerà il Suo giudizio su tutte le nazioni. Gli effetti cominciano già a sentirsi. Il mondo, specialmente l’occidente, lamenta una grave crisi finanziaria. Gli esperti fanno diagnosi e azzardano terapie economiche, senza capire che la causa di queste crisi finanziarie è l’immoralità legalizzata!

Afflizioni internazionali

Alla guida di questa immoralità, come dell’economia mondiale, sono gli Stati Uniti d’America e la Gran Bretagna, due grandi nazioni ad un bivio. Per più di 200 anni, infatti, hanno dominato il mondo praticamente in ogni campo, ma ora rischiano di precipitare.
Quando l’Inghilterra si ritirò dal suo impero, dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’America era là, in attesa di prendere il suo posto e proseguire la strada già intrapresa. La potenza americana, tutt’oggi dominante, è però minacciata da molti fattori. La volontà di rimanere in Iraq è messa a dura prova, essendo la sua macchina militare sotto pressione a causa dei continui combattimenti. Anche se rappresenta ancora il motore primario dell’economia mondiale, il dollaro indebolito, unitamente al deficit commerciale e debito pubblico, costituiscono indicatori preoccupanti di una crisi futura profonda.
L’ammonimento divino è chiaro: il genere umano non potrà continuare imperterrito ad adorare i falsi dei del materialismo e dell’egoismo, pensando ciecamente di essere nel giusto e aspettandosi di continuare a vivere nel benessere. La Bibbia conferma che si arriverà alla resa dei conti: la lezione della storia toglierà ogni potere a chi vive contro i principi morali. Dio chiede oggi a tutto il mondo e principalmente all’Occidente guidato dagli Stati Uniti d’America e dall’Unione Europea, di svegliarsi, di riconoscere i propri errori e di ravvedersi, per scongiurare una fine dolorosa.
L’importanza degli insegnamenti divini viene ben sottolineata anche dal profeta Amos (Amos 6:6). Il profeta si trovava nella città di Samaria, capitale del regno settentrionale d’Israele ed esortava al pentimento il re e le autorità cittadine: se non avessero ascoltato il suo messaggio avrebbero subito la cattività sotto gli Assiri.
La stessa esortazione vale per noi oggi, perché a chi si affligge e piange per i peccati della società è riservato un ruolo di primo piano: far parte dei fedeli di Dio, chiamati a proclamare la prossima instaurazione del Regno di Dio. Il messaggio porta la buona notizia del ritorno di Gesù Cristo (Atti 3:19-21) ed esorta al pentimento, indispensabile per ricevere la benedizione divina. E’ un insegnamento duplice e schietto, pieno di speranza.
Certamente rivestire il ruolo di «sentinelle» richiede coraggio, perseveranza e amore; uno dei migliori esempi fu il profeta Geremia il quale per 40 anni fece da «sentinella» della nazione di Giuda e indicò esortando la sua gente a seguire la retta via. Diceva: «Fermatevi sulle vie, e guardate, e domandate quali siano i sentieri antichi, dove sia la buona strada, e incamminatevi per essa! Ma quelli risposero: ‘Non c’incammineremo per essa!’. Poiché il vero Dio non cambia con la moda degli uomini, Egli esorta tutti noi con quelle stesse parole:  «Io ho posto presso a voi delle sentinelle: ‘State attenti al suon della tromba!’ Ma quelli rispondono ‘Non staremo attenti’. Perciò ascoltate o nazioni! … Io faccio venire su questo popolo una calamità, frutto dei loro pensieri; perché non hanno prestato attenzione alle mie parole; e quanto alla mia legge, l’hanno rigettata» (Geremia 6:16-19).
Approfondire il concetto di “vigilanza” nel Nuovo Testamento aiuta a completare il quadro delineato. La parola greca gregoreo, tradotta con “vigilare”, significa sorvegliare e stare all’erta. La pigrizia o il rifiuto degli ammonimenti ci lascerà sprofondare nei nostri peccati e un’improvvisa calamità ci colpirà nello spirito. Nella profezia di Gesù sulla fine dei tempi, Dio sollecita i discepoli per ben tre volte a “vegliare” nei tempi che precedono la Sua seconda venuta (Marco 13:32-37).
In sostanza, dobbiamo affidarci alla nostra capacità personale di vigilare con la preghiera, grazie alla quale, insieme ad una condotta di vita morigerata, rimaniamo uniti a Gesù Cristo e a Dio Padre. Questo atteggiamento ci aiuta ad affrontare la vita di tutti i giorni senza essere travolti dalle molte ideologie della cultura moderna. Se procediamo seguendo le leggi divine, infatti, non cederemo alle tentazioni e all’immoralità del mondo. Le lusinghe escogitate da Satana e dai demoni mediante strumenti umani quali «la bestia» e «il falso profeta» sono ben descritte in Apocalisse 16:13). La loro influenza raduna i governanti della terra “«verso la battaglia del gran giorno dell’Iddio Onnipotente… nel luogo che si chiama in ebraico Harmaghedon» (versetti 14-16).
Non dobbiamo lasciarci ammaliare e sedurre da queste figure e dalle loro ideologie demoniache. Non dobbiamo smettere di vigilare. Dobbiamo invece tener conto dell’avvertimento lanciato da Gesù Cristo: «Ecco, io vengo come un ladro; beato colui che veglia e serba le sue vesti onde non cammini ignudo e non si veggano le sue vergogne» (v. 15). Dio benedice coloro che, nel momento più oscuro della storia dell’umanità, vigilano mantenendo una condotta di vita prudente e morigerata. Questo vuol dire non cadere nelle tentazioni proprie di questi tempi e svolgere appieno il ruolo di sentinella.
Gran parte del mondo, purtroppo, si muove verso un periodo di grandi cataclismi e Apocalisse 16 descrive ampiamente il tempo in cui le persone saranno “ingabbiate” da eventi programmati dalla «bestia» e dal «falso Profeta». Il primo sarà un leader politico di grande personalità e abilità, l’altro un capo religioso di straordinaria influenza e insieme convinceranno gli eserciti a muoversi verso Gerusalemme per combattere il ritorno glorioso di Gesù Cristo sulla Terra.

Avvertimento e speranza

Quello in cui viviamo è il tempo giusto per le sentinelle di salire sulle mura e diffondere un chiaro ed inequivocabile ammonimento a tutte le nazioni del mondo per i pericoli che devono fronteggiare. Il messaggio di Isaia appare qui quanto mai attuale: «Quanto son belli, sui monti, i piedi del messaggero di buone novelle, che annunzia la pace, ch’è araldo di notizie liete, che annunzia la salvezza, che dice a Sion: ‘Il tuo Dio regna!’ Le tue sentinelle levan la voce, mandan tutte assieme gridi di gioia; poich’esse vedono con i loro propri occhi l’Eterno che ritorna a Sion» (Isaia 52:7).  Coraggio allora, saliamo sulle mura anche noi, annunciamo il Regno di Dio e preghiamo che arrivi presto! 

LaBuonaNotizia