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Coniugi con fedi diverse: Ecco come comportarvi reciprocamente e verso i vostri figlioli.

Domanda:
Saluto a voi fratelli e sorelle in Cristo, volevo porvi questa domanda. Nel matrimonio fra due coniugi con fede diversa, come comportarsi?
Se due coniugi professano una fede diversa, per esempio, lui protestante e lei cattolica, oppure lui ateo e lei credente come ci si deve comportare secondo vuoi e soprattutto poi se ci sono figli, quale educazione religiosa impartire, essendo a monte tra i genitori un conflitto dottrinale. Come dice il fratello nel sermone del 17 nov us la chimica ha fatto il suo scopo, ma p poi il matrimonio è andato avanti e nacquero pure i figli, cosa dice la Parola di Dio al riguardo. Sarei grato di una vostra gentile risposta. Cordiali saluti, e che il Signore Gesù volga lo sguardo su di voi e vi protegga sempre in ogni luogo e in ogni tempo. F.P. (Milano)
Risposta:

Gentile Sig. Francesco, rispondiamo qui di seguito alla sua domanda.
La Sacra Bibbia, specialmente nel Nuovo Testamento, sconsiglia fortemente il matrimonio tra persone le cui fedi sono incompatibili con il Cristianesimo in generale. Riguardo alle diverse fedi religiose di matrice “cristiana”, idealmente due persone dovrebbero verificare la loro rispettiva disponibilità a rispettarsi reciprocamente anche in materia di fede, prima ancora di instaurare un fidanzamento o matrimonio. Dove c’è vero amore, i diversi punti di vista nell’ambito del Cristianesimo, se vissuti senza fanatismo ma con saggezza, dovrebbero essere sopportabili. Posizioni o approcci estremisti, comportano invece forti disagi coniugali e famigliari, specialmente ai figli.

Nel caso in cui uno dei due coniugi abbracci una fede religiosa diversa DOPO il matrimonio, il rispetto reciproco fra i due coniugi dovrebbe continuare. Il marito o la moglie non ha alcun diritto di imporre la propria fede al proprio coniuge, ma ha invece l’obbligo morale di rispettarlo e dare la propria testimonianza d’amore, pazienza e saggia tolleranza, finché non sia Dio stesso ad intervenire nella loro vita per la serenità di entrambi e dei figli.
 
Sempre nell’ambito della famiglia proveniente dal Cristianesimo in generale, molto diversa è la situazione nei confronti dei figlioletti (minorenni), i quali dovranno seguire le istruzioni religiose del padre, in quanto il padre è il “capo famiglia”, secondo i canoni del Cristianesimo vero. Infatti, dalla Epistola di San Paolo (1Corinzi 11:3) riceviamo questa istruzione riguardo all’ordine creazionale di Dio: “Voglio però che sappiate che Cristo è capo di ogni uomo, e l’uomo è il capo della propria donna, e il capo di Cristo è il Padre Eterno” (1Corinzi 11:3). Almeno quest’unica istruzione divina dovrebbe essere una verità riconosciuta e condivisa da due coniugi che si reputano “cristiani”, al di là dei loro diversi modi di vivere la cristianità.
 
Ci rendiamo conto che secondo i Codice Civili di molti Paesi laici, il marito non è più il “capo famiglia”, ma da qui può nascere a nostro avviso il disorientamento famigliare, anche in materia religiosa.
 
Naturalmente, se il padre rinuncia alla sua responsabilità di impartire la sua istruzione religiosa ai propri figli, allora sarà la madre a poterlo farlo liberamente.
Speriamo che quanto sopra possa servire.
 
Fraterni saluti in Cristo.
Pastore Carmelo Anastasi
LABUONANOTIZIA.ORG
Cell.: 338.4097919