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Perché l’ONU ha accusato il Vaticano?

Caro direttore
sono un cattolico e, ieri sera (4 febbraio 2104), sono rimasto indignato quando i telegiornali hanno annunciato che l’ONU si è permesso di accusare il Vaticano di aver protetto i preti pedofili e che le sue politiche hanno permesso abusi su bambini. Vorrei sapere il vostro parere. (Maurizio G. di Roma.)

Caro Maurizio
Grazie di aver chiesto il nostro parere. Comprendo la sua perplessità e indignazione visto che lei proviene dalla tradizione cattolica. Per capire e cercare di risolvere il problema bisogna innanzitutto partire da un dato oggettivo, senza pregiudizi, con la sola premessa di appartenere esclusivamente a Cristo e dare conto al Padre Eterno. Abbiamo ricevuto vari messaggi come il suo, di gente meravigliata per il fatto che l’ONU (l’Organizzazione della Nazione Unite) si mette ora a criticare anche le politiche del Vaticano, oltre che a dare direttive agli Stati del mondo. Ma invitiamo a riflettere. Il Vaticano è a tutti gli effetti uno Stato sovrano e le sue dottrine sociali e politiche clericali hanno, nel bene o nel male, delle conseguenze. Inoltre, è bene ricordare che il Cristianesimo non è rappresentato soltanto dallo Stato Vaticano. Esistono molte altre Chiese cristiane in Europa e nel mondo, le quali hanno politiche e visioni diverse da quelle del Vaticano. Per capire il problema bisogna innanzitutto partire da un dato oggettivo, senza pregiudizi, con la sola premessa di dover dare conto al Padre Eterno e a Gesù Cristo prima che all’uomo. Il dato oggettivo è questo: La pedofilia non è soltanto un delitto contro la morale, è un vero e proprio crimine, peggiore di quello dei forni crematoi nazisti, perché i traumi e la sofferenza dei piccoli abusati dura per tutta la loro vita. In fondo l’ONU potrebbe essere accusata di “due pesi e due misure” se condanna gli Stati dove è permessa la pedofilia e non ammonisce anche lo Stato Vaticano per lo stesso crimine. Per questa ragione l’ONU ha accusato le politiche vaticane di non proteggere i diritti dei bambini e di non essere in regola con la legge internazionale, che giustamente condanna la pedofilia come un “crimine da punire da qualsiasi parte provenga”.

L’ONU ha accusato il Vaticano di condurre “politiche” che hanno permesso abusi sui bambini, ma non ha specificato di quali politiche si tratta. Possiamo facilmente immaginare che si riferisca ai provvedimenti disciplinari, cioè alla necessità che quello Stato sovrano faccia subito pulizia al suo interno mandando definitivamente a casa tutti quei prelati che hanno commesso abusi sui bambini o che hanno avuto figli violando il loro voto di celibato, privando quei figli dei loro padri e vivendo nella menzogna. In verità il Vaticano si è premurato di rassicurare l’ONU che i diritti dei bambini sono una priorità e che sarà fatta una attenta analisi della situazione. Ma come detto prima le buone intenzioni non bastano. Se le “politiche non cambiano” questo genere di problema perdurerà nel clero cattolico più che altrove.

L’ONU ha chiesto al Vaticano di cambiare le sue politiche disciplinari. Ben vengano. Noi però crediamo che le buone intenzioni non bastano a fare “pulizia”, se non cambiano anche certe dottrine o dogmi cattolici che, come la storia ha dimostrato, hanno facilitato abusi sui ragazzi e sulle ragazze. Basti pensare il luogo e la circostanza in cui il virus della pedofilia s’infiltra più facilmente. Qui vogliamo dare un paio di drastici ma amorevoli suggerimenti. Il Vaticano ha innanzitutto bisogno di cambiare la sua strategia e operatività, smettendo di sconfinare nelle “dottrine sociali”, che sono di pertinenza dello Stato Laico, e dedicandosi invece esclusivamente alle “dottrine cristiane” per trovare e praticare realmente il Cristianesimo del primo secolo. Che cosa intendiamo dire? Quando un vescovo di città o un prete di paese passa tutto il suo tempo a fare politica e attività sociali e finanziarie o a fare soltanto il “badante” di ragazzini in parrocchia, quel vescovo o prete non ha più una visione chiara del suo ruolo, finisce col perdere il senso puro della sua vocazione e missione. Tutto ciò può anche spingere in modo pressante ad abbracciare il relativismo di una società sempre più permissiva e dissacrante, e allo stesso tempo pregare per tutta la vita “Oh Signore, purificami, ma non subito!”

Un vero vescovo o il vero ministro di Gesù Cristo deve invece tenersi occupato ad imparare bene la verità del Vangelo e a viverla prima ancora di insegnarla e amministrarla ad altri. Non vuole essere un’accusa, ma un amorevole suggerimento.

Come ridurre drasticamente la pedofilia, la fornicazione e ogni altro comportamento sessuale contro natura all’interno della Chiesa Cattolica?
Ecco due sani e amorevoli suggerimenti, secondo la pura e sana dottrina cristiana:

1. Abolire il segreto confessionale.
Perché abolire l’istituzione del “segreto confessionale”? Il prete è un uomo fallace, non è Dio. Il segreto confessionale non è secondo il Vangelo. Tutti lo sappiamo, ma tutti continuiamo a mandare i nostri figlioletti a confessare i loro peccatucci ad un adulto che potrebbe avere seri problemi di astinenza sessuale. L’apostolo Paolo si espresse chiaramente su questo argomento: “Combatti la buona battaglia della fede,…alla quale sei stato chiamato e ne hai fatta la buona confessione davanti a molti testimoni.” (1 Timoteo 6.12, Diodati).
I nostri ragazzi dovrebbero essere istruiti fin dalla tenera età a confessarsi in preghiera direttamente a DIO e ad ammettere le loro manchevolezze in famiglia e, se lo desiderano, pubblicamente nella comunità dei credenti.
L’istruzione per i cristiani è “Confessate i falli gli uni gli altri” (Epistola di Giacomo, cap. 5, v. 16). In altre parole, diffidate di tutti coloro che vogliono sapere i vostri peccati, ma nascondono i loro. Il segreto confessionale promuove l’omertà, che noi genitori combattiamo continuamente istruendo i nostri figlioletti a stare sempre attenti e a comunicarci subito ogni “strano” comportamento da parte di adulti nei loro riguardi.

2. Abolire il celibato forzoso.
Il divieto del matrimonio è stato descritto dall’apostolo Paolo come una dottrina di demoni:
Lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche, sedotti dall’ipocrisia di impostori, già bollati a fuoco nella loro coscienza. Costoro vieteranno il matrimonio…(1Timoteo 4:3).
E’ vero che la pedofilia non esiste soltanto nel clero cattolico. E’ anche vero però che certe dottrine o dogmi favoriscono la pedofilia e la fornicazione più di altri.  Quanti ragazzi si sono iscritti al seminario per scoprire, dopo aver preso i voti di castità, di essere uomini virili a tutti gli effetti e di desiderare legittimamnete una moglie e dei figli, senza nulla togliere al loro amore per DIO e per la santa missione? Il celibato forzoso porta molti preti a vivere contro natura, una situazione di forte disagio sessuale e conflitto morale, proprio in una fase della vita in cui non è facile guadagnarsi da vivere fuori dalla parrocchia e ciò porta a vivere nella frustrazione e nell’ipocrisia. Occorre quindi consentire il matrimonio ai preti che lo desiderano senza precluderli dalla vocazione religliosa.

Il Vaticano farebbe bene a smettere d’imporre il celibato indiscriminatamente a tutti quelli che hanno la vocazione di diventare preti. Dovrebbe altresì smettere di considerare il celibato clericale come una forma di spiritualità superiore, perché non è così agli occhi di DIO Creatore, il quale disse:Non è bene che l’uomo sia solo” (Genesi 2:18).

Gesù non scelse il celibato? Lo scelse per uno scopo preciso: per non lasciare prematuramente una vedova e degli orfani, sapendo di doversi ben presto sacrificare per i peccati del mondo. Quasi tutti i primi santi apostoli però avevano moglie. Gesù disapprova la violenza di quanti si “castrano” da sé o sono “castrati” dagli altri, sovvertendo lo scopo e l’ordine naturale della Sua creazione. Gesù ha chiaramente detto che il celibato è davvero casto e puro se viene come dono di Dio, e quando viene da Dio, non c’è alcun rischio di pedofilia, di fornicazione o comportamenti sessuali contro natura. Questo tipo di dono però è molto raro. Perciò raccomandiamo l’abolizione del celibato forzoso.

Spero, caro Maurizio, di aver contribuito alla tua fede cristiana.
Pastore Carmelo Anastasi.

LABUONANOTIZIA.ORG