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La «Verità» è il tuo stile di vita?

Per apprezzare appieno il Nono Comandamento, il quale vieta la menzogna, dobbiamo prima renderci conto di quanto la verità sia importante per Dio.
Che cosa dice la Bibbia a proposito di Dio e della veridicità della Sua Parola? «Ogni parola di Dio è pura…» (Proverbi 30:5). Pregando il Padre Eterno, Gesù Cristo ha detto: «La tua parola è verità» (Giovanni 17:17). La Parola di Dio si trova nella Bibbia, che si autodefinisce «Libro della Verità» (Daniele 10:21).
La Bibbia insegna che «Iddio non è un uomo, perché egli mentisca» (Numeri 23:19). In essa ci viene spiegato che “la parola dell’eterno è diritta, e tutta l’opera sua è fatta con fedeltà» (Proverbi 33:4), poiché Egli è un «Dio di verità» (Deuteronomio 32:4). E ancora, «la sua benignità dura in perpetuo, e la sua fedeltà per ogni età» (Salmi 100:5).
Essendo fonte di ogni verità, Dio richiede che anche i Suoi figli dichiarino sempre la verità. Sotto l’ispirazione di Dio, re Davide scrisse: «O Eterno, chi dimorerà nella tua tenda? Chi abiterà sul monte della tua santità? Colui che cammina in integrità ed opera giustizia e dice il vero come l’ha nel cuore; che non calunnia con la sua lingua, né fa male alcuno al suo compagno, né getta vituperio contro il suo prossimo… e se ha giurato, fossa anche a suo danno, non muta» (Salmi 15:1-4). Dio si aspetta che la verità permei ogni singolo aspetto della nostra vita.

Gesù Cristo è la Verità

Gesù Cristo ha affermato: «Io sono la via, la verità e la vita» (Giovanni 14:6). Quand’Egli tornerà sulla terra per ristabilire la Sua legge, sarà essenziale per tutti recuperare il rispetto per la verità come regola universale di vita. «Così parla l’Eterno: Io torno a Sion, e dimorerò in mezzo a Gerusalemme; essa si chiamerà la Città della fedeltà, e il Monte dell’Eterno degli eserciti, il Monte della Santità» (Zaccaria 8:3).
Anticipando il futuro ritorno all’ubbidienza della legge di Cristo e l’avvento del Regno di Dio su tutta la terra, il Salmo 85 rivela l’importanza che Dio ha attribuito e attribuirà alla giustizia e alla verità. «Certo, la sua salvezza è vicina a quelli che lo temono, affinché la gloria abiti nel nostro paese. La benignità e la verità si sono incontrate, la giustizia e la pace si sono baciate. La verità germoglia dalla terra, e la giustizia riguarda dal cielo. E anche l’Eterno elargirà ogni bene, e la nostra terra produrrà il suo frutto. La giustizia camminerà dinanzi a lui, e seguirà la via dei suoi passi» (versetti 9-13).
Questa è una profezia del tempo in cui Gesù Cristo tornerà sulla terra, questa volta con l’immortalità e potenza di Dio, affinché tutta l’umanità segua i Suoi passi, accettando, credendo e praticando la verità.

Relazionare con Dio «in Ispirito e Verità»

Il nostro rapporto personale con Dio attraverso Suo Figlio, Gesù Cristo, ha inizio nel momento in cui accettiamo la Parola biblica di Dio, intesa appunto come verità. «In lui voi pure, dopo aver udito la parola della verità, l’evangelo della vostra salvazione, in lui avendo creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso» (Efesini 1:13).
Quando Gesù fu processato ingiustamente, poco prima della Sua crocifissione, il governatore Pilato Gli domandò: «Sei tu il re dei Giudei?» Gesù rispose di esserlo, precisando che il Suo Regno non era né fisico né per quest’èra. E Pilato gli replicò domandando di nuovo: «Allora tu affermi di essere re? Gesù rispose: “Tu lo dici, io sono re, io sono nato per questo, e per questo sono venuto nel mondo, per testimoniare della verità. Chiunque è per la verità ascolta la mia voce» (Giovanni 18:37).
Il carattere di Gesù Cristo rappresentava (e rappresenta ancora) la personificazione perfetta del carattere del nostro Padre Celeste, l’Iddio della Verità. In risposta ad una domanda rivoltagli da uno dei Suoi discepoli, ricordiamolo, Gesù disse: «Io sono la via, la verità, e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Giovanni 14:6). «Seguitando verità in carità», i veri seguaci di Cristo, «crescono in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo» (Efesini 4:15).
Per essere davvero discepoli di Gesù Cristo dobbiamo riprometterci di dire sempre e coerentemente la verità, in modo da dimostrare la sincerità del nostro amore per il nostro prossimo. Dobbiamo inoltre accettare ed obbedire ai comandamenti e agli insegnamenti di Dio, che rappresentano la «via della verità» (Salmo 119:30,151,160). Samuele disse: «Solo temete l’Eterno, e servitelo fedelmente, con tutto il cuore vostro; poiché mirate alle cose grandi che Egli ha fatto per voi» (I Samuele 12:24).

Universalità della menzogna

Oggi è quasi impossibile essere assolutamente certi di chi sta dicendo la verità: è difficile capire se davvero esiste qualcuno davvero sincero. In genere proviamo a ponderare i rischi connessi alla scoperta delle nostre menzogne, confrontandoli con i benefici che ne potrebbero derivare.
Alcune attività commerciali mostrano un’incredibile abilità nel camuffare ad arte le truffe che si nascondono dietro la pubblicità dei prodotti reclamizzati. Quasi dappertutto possiamo imbatterci in singoli individui od organizzazioni commerciali coinvolte nel sottile azzardo di calcolare quanto è possibile spingersi nell’inganno senza rischiare di essere denunciati o di perdere la fiducia di potenziali clienti.
Il mentire è diventato un modo di vivere generale, descritto alla perfezione dal profeta Isaia: «Nessuno muove causa con giustizia, nessuno la discute con verità; s’appoggiano su quel che non è, dicono menzogne, concepiscono il male, partoriscono l’iniquità» (Isaia 59:4).
La menzogna era diventata epidemica ed endemica presso gli Israeliti al tempo del profeta Geremia, che ricevette l’ordine divino di denunciare pubblicamente questo fatto. «Perciò dirai loro: questa è la nazione che non ascolta la voce dell’Eterno, del suo Dio, e che non vuole accettare la correzione; la fedeltà è perita, è venuta meno nella loro bocca» (Geremia 7:28). Allora come oggi, le persone continuano ad inquinare di falsità i rapporti, siano essi personali, sociali, politici, religiosi od economici. Il tracollo dell’onestà è stato accettato così diffusamente che neppure la censura pubblica riesce più a scoraggiare la menzogna. Siamo giunti al punto in cui la domanda di onestà deve venire dall’interno, dall’interiorità.

Il tuo parlare è sempre verace?

Ora è giunto il momento di porti un’importante domanda personale: Dici menzogne? Potrebbe essere forse più gentile porti la stessa domanda in modo leggermente differente: quanto è importante per te dire sempre la verità? Oppure, invertendo i termini: ti è ripugnante mentire? Queste domande sono fondamentali. Dovresti portele e rispondere a te stesso con estrema sincerità.
Tentazioni di dire bugie ce ne sono sempre. La menzogna è un modo molto comodo e agevole di procurarsi vantaggi nei confronti del prossimo. La falsità sembra proprio offrire un’agile via d’uscita dall’imbarazzo, dalla paura e dal senso di colpa. A questo proposito, però, la Bibbia afferma che «le labbra bugiarde sono un abominio per l’Eterno, ma quelli che agiscono con sincerità gli sono graditi» (Proverbi 12:22).
Siamo di fronte ad una scelta fondamentale. Possiamo seguire l’esempio di Dio, che rappresenta l’onestà e la sincerità nell’agire e nel comunicare, oppure possiamo seguire l’esempio del padre di tutte le menzogne, Satana. Gesù ci dice che il diavolo è «bugiardo, e padre delle menzogne» (Giovanni 8:44). Egli sedusse Eva, che a sua volta convinse suo marito Adamo a mangiare il frutto proibito e quindi a peccare (Genesi 3:1-6,17). Questo singolo atto di disobbedienza ha provocato la sofferenza e la morte dei nostri progenitori.
Il diavolo ha continuato da allora a disinformare ed ingannare senza sosta gli esseri umani. L’influenza maligna di Satana è così pervasiva da «sedurre il mondo intero» (Apocalisse 12:9). È fin troppo facile per noi seguire il suo cattivo esempio nei rapporti con gli altri, specialmente se la menzogna è già così diffusa nella nostra realtà.

La natura umana è ingannevole

Per imparare ad essere sempre sinceri, coerentemente e senza incertezze, sono necessari una certa autodisciplina e una buona dose di coraggio. Tuttavia per raggiungere una nostra costanza e coerenza dobbiamo appoggiarci a Dio.
Ci troviamo spesso a fare cose che sappiamo già essere sbagliate. Perché allora le facciamo lo stesso? Il profeta Geremia ci dà la risposta. «Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi lo conoscerà? Io l’Eterno, che investigo il cuore, che metto alla prova le reni, per retribuire ciascuno secondo le sue vie, secondo il frutto delle sue azioni» (Geremia 17:9-10).
Dio conosce la nostra debolezza e rivela come combatterla. Gesù ha spiegato che, anche se possiamo sinceramente volere essere obbedienti ai suoi comandamenti, la nostra carne ci rende deboli (Marco 14:38). Ci mancano la forza e la risoluzione per resistere alla tentazione. Come potremmo dunque neutralizzare questa debolezza?
Dio, attraverso gli scritti dell’apostolo Paolo, spiega la causa e la soluzione di questo problema universale. Prendendosi ad esempio, l’apostolo Paolo ha descritto così l’infinita lotta dell’uomo con se stesso: «Noi sappiamo infatti che la legge è spirituale; ma io son carnale, venduto schiavo al peccato. Perché io non approvo quello che faccio, poiché non faccio quel che voglio, ma faccio quello che odio» (Romani 7:14-15).
Possiamo così paragonarci all’apostolo Paolo. Tutti noi abbiamo probabilmente provato la stessa frustrazione e lo stesso rimorso. Paolo continua: «Poiché io mi diletto nella legge di Dio, secondo l’uomo interno; ma vedo un’altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente, e mi rende prigione della legge del peccato che è nelle mie membra. Misero me uomo! Chi mi trarrà da questo corpo di morte?» (Romani 7:22-24). L’apostolo Paolo aveva imparato sulla propria pelle il fatto che gli esseri umani hanno bisogno di Cristo – di essere aiutati dallo stesso Spirito che è in Gesù – per superare le debolezze della loro carnalità (versetto 25).

Uscire dall’inganno

Un altro apostolo, Pietro, rinnegò Gesù Cristo e mentì, durante la notte del suo tradimento, dicendo di non averlo mai conosciuto (Matteo 26:69-74). Come Pietro, la maggior parte delle persone trova quasi impossibile fare a meno dell’inganno prima di dedicare la vita a Dio e iniziare a cercare con sincerità il Suo aiuto. Un aiuto divino che è sempre disponibile, «poiché Dio è quel che opera in voi il volere e l’operare, per la sua benevolenza» (Filippesi 2:13).
Non dobbiamo aver paura, sapendo che Dio desidera aiutarci. Come possiamo ottenere il Suo aiuto? È la Parola di Dio a darci le giuste indicazioni: «Avendo noi dunque un gran Sommo Sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, riteniamo fermamente la professione della nostra fede. Perché non abbiamo un Sommo Sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre infermità; ma ne abbiamo uno che in ogni cosa è stato tentato come noi, senza però peccare. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia per essere soccorsi al momento opportuno» (Ebrei 4:14-16). La grazia che ci “soccorre al momento opportuno” è la forza spirituale che ci è data in dono da Dio, non è soltanto il perdono o la giustificazione. Dio vuole che usciamo dall’inganno.
La soluzione alla debolezza intrinseca dell’uomo è dunque a portata di mano. L’apostolo Paolo ha esortato ciascun membro della Chiesa in Efeso a «rivestire l’uomo nuovo che è creato all’immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità». E come dovevano comportarsi per fare ciò? «Bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri» (Efesini 4:24-25).

La via della verità

Tutti quelli che credono e obbediscono alla Verità rivelata da Dio diventano, dopo aver ricevuto il battesimo e lo Spirito Santo, membri spirituali della Chiesa fondata da Gesù Cristo. Essi sono la «luce del mondo» (Matteo 5:14) e «la via della verità» (II Pietro 2:2).
Paolo definisce la Chiesa di Dio «il pilastro e il fondamento della verità» (I Timoteo 3:15). I suoi membri sono i servitori del «vero Iddio vivente» (I Tessalonicesi 1:9). Cristo ci ha incaricato di predicare «la verità del Vangelo» a tutto il mondo (Galati 2:5; Matteo 24:14; 28:19), Cristo è colui che «taglia rettamente la parola della verità» (II Timoteo 2:15).
Tutto quanto, nella vita di un cristiano, è ancorato alla verità. Dio vuole che noi, Suoi figli, ci dedichiamo alla verità e la rispecchiamo in tutte le cose che diciamo e facciamo. Questa è la ragione per cui Dio ci ordina: «Non attestare il falso contro il tuo prossimo» (Esodo 20:16).
(Per eventuali approfondimenti: info@labuonanotizia.org )
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