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La Gioia: fondamento di una vita positiva!

Non vi piacerebbe provare un sentimento di gioia profonda che duri nel tempo? Non vorreste sentirvi sempre pieni di gioia? Ebbene, ciò è possibile.

Cerchiamo prima di capire la differenza tra gioia e felicità. La felicità è un’emozione, e Dio non vuole certo che viviamo tutta la vita nello stesso stato emozionale. C’è «un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per far cordoglio e un tempo per danzare» (Ecclesiaste 3:4).
Per raggiungere la vera gioia, dobbiamo colmare il vuoto spirituale che c’è dentro di noi costruendo un buon rapporto interpersonale con il nostro prossimo, specialmente con Dio, la fonte di gioia pura. Gesù ci dice a riguardo: «Io sono la vite, voi siete i tralci; chi dimora in me e io in lui, porta molto frutto» (Giovanni 15:5). Quel frutto significa anche tanta gioia!
La felicità è un’emozione di allegria che proviamo quando succede qualcosa di bello. Ovviamente Dio vuole che viviate dei momenti felici (se provocati da qualcosa che Lui approva), ma il Suo più grande desiderio è che riusciate a provare la Sua stessa gioia. Gesù disse che la Sua gioia avrebbe «dimorato in noi» e che «nessuno potrà togliervi la vostra gioia» (Giovanni 15:11; 16:22).
Pensate alla gioia come ad una solida base che fa da appoggio a tutta una serie di emozioni positive, tra cui anche la felicità. La gioia si manifesta nel corso del tempo attraverso un atteggiamento generale di gratitudine, ottimismo, libertà e molte altre sensazioni positive. La gioia si espande all’esterno e verso l’alto, non si involve in se stessa.
Spesso si fa l’errore di pensare che la felicità dipenda dalle cose che possediamo. Ma c’è molta più gioia e felicità nel dare e nel mettersi al servizio degli altri, piuttosto che nel ricevere (Atti 20:35).
Per coltivare dentro di noi la gioia, dobbiamo evitare non solo l’autocommiserazione, ma anche l’egocentrismo, dobbiamo concentrarci sull’amore per gli altri e soprattutto verso Dio.
La gioia è per buona parte gratitudine per le cose meravigliose che Dio ha già fatto per noi e per le Sue «preziose e grandissime promesse» a favore del nostro futuro (2 Pietro 1:4). La gratitudine genera gioia (1 Tessalonicesi 5:16-18), e la nostra gratitudine sarà una benedizione per noi come pure per gli altri (Romani 12:15). Aggiungiamo alla vostra vita gratitudine, umiltà, perdono, fede, speranza, pazienza e amore ed eliminiamo orgoglio, risentimento, rabbia, paura, avidità, materialismo, invidia. Il risultato sapete quale sarà? La gioia!

La gioia è spirituale

Dio è fonte di gioia. Purtroppo molti vedono in Dio una figura tetra e severa, anziché gioiosa, sorridente e con un gran senso dell’umorismo. Dio trae infinita gioia dalla Sua creazione, e specialmente dalla piacevole consapevolezza che presto avrà accanto a sé molti nuovi «figli di Dio» (Romani 8:14, 19).
Proprio come Dio Padre, anche i Suoi potenziali figli raggiungeranno la Sua stessa gioia. Il Salmo 68:3 dice: «I giusti si rallegreranno… ed esulteranno con canti di gioia». Dio desidera che noi Lo seguiamo «con gioia e allegrezza di cuore» (Deut. 28:47).
Paolo ci parla della «gioia dello Spirito Santo» (1 Tessalonicesi 1:6). E’ attraverso il Suo Spirito che Dio condivide e comunica la Sua gioia. E quando Paolo elenca i «frutti dello Spirito», la gioia viene al secondo posto, preceduta solo dall’amore (Galati 5:22-23). Se lasceremo scorrere in noi l’amore di Dio, saremo pervasi anche della Sua gioia.
Il secondo posto nella lista lascia perplesse molte persone, che pensano erroneamente che la gioia non sia importante da un punto di vista spirituale. Alcuni credenti la rifuggono, almeno a livello inconscio, pensando che i devoti debbano invece comportarsi in modo lugubre, mentre una piccola percentuale sceglie addirittura l’ascetismo, anch’esso sbagliato.
La gioia è uno degli argomenti principali della Bibbia. La parola «gioia» appare più di 150 volte, e il verbo «»gioire» ben 198 volte (senza contare tutte le altre varianti come gioioso, gioiosamente, giubilante, felice e lieto).
Grande enfasi è espressa nella Bibbia quando si parla di provare ed esprimere gioia, il ché spiega perché la Bibbia enfatizzi anche le preghiere e le canzoni che inneggiano (celebrano) a Dio (Giacono 5:13; Colossesi 3:16-17). «Rallegratevi del continuo nel Signore; lo ripeto ancora: rallegratevi» (Filippesi 4:4).
Gioire in Dio non significa che non si debba mai essere tristi. La Bibbia descrive due tipi di tristezza. «La tristezza secondo Dio infatti produce ravvedimento a salvezza, che non ha rimpianto; ma la tristezza del mondo produce la morte» (2 Corinzi 7:10). In altre parole, i trasgressori vivono sempre nella tristezza, aldilà delle apparenze. Ma quelli che arrivano ad avere un profondo sdegno verso i propri peccati provano la tristezza del pentimento e allo stesso tempo la gioia immensa del perdono di Dio e della Sua grazia infinita.
Un altro esempio è il lutto che si esprime di fronte alla sofferenza altrui avendo la lieta consapevolezza che Dio, alla fine, risolverà il problema per mezzo della resurrezione promessa per l’ultimo giorno (Matteo 5:4, 1 Tessalonicesi 4:13).
La tristezza del mondo, invece, non è altro che autocommiserazione o vittimismo. Chi indulge nella tristezza del mondo non sarà in grado di provare né la vera gioia, né la tristezza secondo Dio.
Isaia aveva profetizzato che il Messia sarebbe stato «un Uomo di dolore», dolore per i peccati e per la sofferenza dell’umanità (Isaia 53:3). Tuttavia, la profezia diceva anche che il Messia sarebbe stato «consacrato… con olio di letizia al di sopra dei tuoi compagni» (Ebrei 1:8-9; Salmi 45:6-7). Nel corso della Sua vita, Gesù Cristo visse momenti di profonda tristezza ma anche di grande gioia (Giovanni 17:13; Matteo 26:37-39).

Gioia a causa delle prove?

Coloro i quali hanno fede in Dio riescono a percepire la Sua gioia anche in momenti di grande sofferenza, perché la speranza non li abbandona mai. Sanno che la sofferenza è limitata a questa breve vita, e verrà presto un tempo in cui «non ci sarà più la morte, né cordoglio né grido né fatica» (Apocalisse 21:4). Si «gloriano nella speranza della gloria di Dio» (Romani 5:2).
Anche noi abbiamo ottime ragioni per gioire a causa delle prove cui siamo sottoposti, dobbiamo solo comprendere che Dio sta usando queste prove per aiutarci a formare Cristo nel nostro carattere. «Or sappiamo che tutte le cose [persino le prove più dure] cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno» (Romani 8:28).
A tal proposito, l’apostolo Paolo scrisse che «ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l’afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l’esperienza speranza» (Romani 5:3-4). Giacomo, il fratello di Gesù scrisse: «Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza», la costanza nel rimanere fedeli a Dio (Giacomo 1:2).
Avendo Cristo sofferto per ciascuno di noi, dobbiamo provare una gioia speciale quando veniamo perseguitati a causa della nostra fede. Gesù ha detto: «Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli» (Matteo 5:11-12).

Lo Spirito fonte di Gioia

La natura e il carattere di Dio rappresentano la gioia suprema, e la creazione di Dio ce ne dà testimonianza in ogni sua parte: gli uccelli che cinguettano, gli animali che saltellano, i fiori che sbocciano, i ruscelli che gorgogliano, il sole che splende. Le persone sarebbero meno depresse se trascorressero più tempo all’aperto. Dio «ci fornisce abbondantemente di ogni cosa perché ne godiamo» (1 Timoteo 6:17).
Essendo Dio pieno di gioia, altrettanto dovrebbero essere i Suoi servitori. Purtroppo, molti Suoi credenti sono in realtà severi, cinici e cupi. Leggete invece cosa ha scritto l’evangelista Luca in merito ai veri discepoli: «I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo» (Atti 13:52).
Lo Spirito è fonte di gioia. Come possiamo anche noi attingere allo Spirito Santo? «E Pietro a loro: ‘Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo» (Atti 2:38).
Potremo cominciare anche noi a provare questo sentimento di gioia così unico e speciale, facendo vivere Cristo in noi (Galati 2:20). Egli ci esorta: «Rallegratevi, perché i vostri nomi sono scritti nei cieli» (Luca 10:20). A quel punto avremo stabilito una relazione intima e profonda con Colui che è ben definito in Salmi 43:3: «Iddio [è] la mia allegrezza ed il mio giubilo». E in Salmi 16:11: In Sua presenza «vi son gioie e sazietà» (Salmi 16:11).
Lo Spirito di Dio è un “albero” di vita, che produce “frutti” portatori di vita e di grande gioia (Galati 5:22-23). Molte preghiere di Gesù avevano questo scopo: «affinché abbiano compita in se stessi la mia allegrezza» (Giovanni 17:13), e Gesù stesso ci esorta ancor oggi a pregare per ricevere la gioia di Dio, da condividere con gli altri. «Chiedete e riceverete, affinché la vostra allegrezza sia completa» (Giovanni 16:24).
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