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La Bibbia aveva ragione…

Nel mondo si sta combattendo una battaglia senza precedenti contro Dio e la Bibbia. Per quale motivo? Molti non amano la realtà di un “Padre Celeste” che dica loro come comportarsi, così si illudono di poter ignorare la Sua via impunemente.

Alcuni esponenti della teoria dell’evoluzione e dell’ateismo lo hanno ammesso apertamente. Aldous Huxley, noto filosofo evoluzionista, ha scritto: «Avevo dei validi motivi per ritenere che il mondo non avesse un significato e ho trovato senza grandi difficoltà ragioni soddisfacenti a supporto di questa teoria… Per me, così come indubbiamente per la maggior parte dei miei contemporanei, la filosofia del “non senso” è sempre stata la liberazione da un certo sistema di moralità. Ci siamo opposti alla moralità perché interferiva con la nostra libertà sessuale» (Ends and Means, 1938).
Julian Huxley, fratello di Aldous Huxley, anch’egli sostenitore della teoria dell’evoluzionismo, ha scritto in seguito: «Il senso di sollievo che si  avverte dal rifiutare di credere nell’esistenza di Dio è immenso» (Essays of a Humanist, 1964). Naturalmente, chi rifiuta l’idea di Dio rifiuta anche la Bibbia, nonché il fatto che Essa rappresenti la Sua Parola. Non è un caso che la Bibbia non è più presa in considerazione nelle nostre scuole e università.

Le scoperte degli ultimi secoli
Che cosa mostrano i fatti storici riportati alla luce dalle macerie del Medio Oriente? Per chi vuole analizzare la situazione in maniera obiettiva, è evidente che la Bibbia è una fonte veritiera e precisa.
I libri della Bibbia esistono da millenni; il più recente risale a 1900 anni fa, mentre il più datato ha circa 3500 anni. Citano dettagli specifici, persone, luoghi, città, paesi, abitudini ed eventi. Quando la Bibbia iniziò ad essere tradotta in lingue più moderne nei secoli recenti, non vi era di fatto alcuna prova indipendente a supporto della storia biblica.
Gli storici conoscevano molti aspetti degli imperi greco e romano e dei loro governatori come descritti nella Bibbia, ma si sapeva poco altro. Anche verso la fine del XIX secolo, le critiche e lo scetticismo non mancarono in quanto le prove a supporto dei contenuti biblici erano decisamente scarse.
Grazie all’avvento della scienza archeologica però la situazione cambiò rapidamente. Esplorando e scavando nuovi siti antichi, studiosi e archeologi iniziarono a trovare prove a sostegno della veridicità dei contenuti biblici. Da quel momento, imperi sconosciuti al di fuori delle pagine della Bibbia furono portati alla luce. Sono stati ritrovati epitaffi e altri manufatti che rappresentano personaggi biblici specifici, da re a funzionari del tribunale, a gente comune.
Città e fortezze citate nelle Sacre Scritture sono emerse dalla polvere. Molti eventi evidenziati nella Bibbia e persino dettagli minori, come tradizioni del passato, sono stati confermati da diverse scoperte. Sono stati identificati edifici e strutture specifici!
Verso la fine del 2006, abbiamo avuto il privilegio di visitare una delle sedi più rinomate dei più grandi tesori storici al mondo, il Museo Archeologico di Istambul. Dal XVI secolo fino alla fine della Prima Guerra Mondiale, l’Impero ottomano governò gran parte del Medio Oriente dalla sua capitale, l’attuale Turchia. In quel periodo, molti frammenti archeologici dal valore inestimabile si spostarono da un’estremità all’altra dell’impero arrivando a Istanbul, nelle mani dei governatori ottomani. Nel museo sono stati raccolti oltre un milione di manufatti.
Diversi articoli esposti confermano l’esistenza di personaggi, tradizioni ed eventi citati nella Bibbia. In questo articolo analizzeremo alcuni fra i più importanti ed evidenti.
Gli Ittiti sono realmente esistiti?Quando furono esplorate le terre del Medio Oriente, ovvero l’attuale Turchia centrale, sede dell’impero ittita, gli archeologi trovarono moltissime tracce dell’esistenza della popolazione ittita. Tali scoperte erano in stretta relazione con quanto riportato nella Bibbia. Il loro impero durò per secoli così come tante popolazioni citate nelle Sacre Scritture; talvolta espandendosi altre volte cadendo insieme ad altri regni come quelli di Siria, Egitto e Assiria prima di scomparire definitivamente non molto tempo dopo essere stati citati nella Bibbia.
Gli Ittiti sono citati in relazione al patriarca Abramo (Genesi 23), il quale acquistò una caverna da Efron, l’ittita, per seppellire l’amata moglie Sara. Abramo, in seguito, fu seppellito nello stesso luogo.
Esau, nipote di Abramo, sposò due donne ittite (Genesi 26:34). Il re Salomone sposò donne ittite (1 Re 11:1), probabilmente in quanto parte degli accordi politici con i governatori ittiti. Gli Ittiti furono una grande potenza militare ai tempi del profeta Eliseo intorno all’anno 840 a.C. (vedi 2 Re 7:6).

Astarte, dea della fertilità
Il Dio della Bibbia ha condannato ripetutamente l’idolatria e la venerazione di Baal e Astarte, dio e dea dei canaaniti e di altre popolazioni vicine. Baal e Astarte erano considerati il dio e la dea della fertilità. Come tali, la loro venerazione implicava un rito sessuale con un sacerdote o una sacerdotessa ai quali veniva data un’offerta. Si trattava di sesso a pagamento, motivo per cui la Bibbia spesso paragona la venerazione di queste divinità alla prostituzione.
In Babilonia e Mesopotamia la dea Astarte era chiamata Ishtar, nome poi modificato in Easter nella lingua inglese secoli dopo. In Israele e nei paesi limitrofi, si trovano facilmente statuette di questa e altre dee della fertilità, una prova evidente della popolarità di questa venerazione citata subito dopo la morte di Giosué in Giudici 2:13 (1210 a.C. circa) fino al regno di Re Giosia in 2 Re 23:13 (640 a.C. circa).Israele distrutto dall’Assiria

In seguito al peccato di idolatria e al rifiuto degli Israeliti di obbedire alle leggi di Dio, nonché al loro continuato rifiuto di pentirsi, Dio comunicò loro che li avrebbe puniti togliendo loro la terra promessa e disperdendoli come schiavi per mano dei loro nemici. Iniziò così a punirli attraverso l’Impero assiro, una superpotenza trasformatosi successivamente nell’attuale Iraq.
La Bibbia cita un’intera serie di re assiri che fecero guerre in territorio israeliano, mentre diversi archeologi hanno scoperto molteplici testimonianze a supporto dell’esistenza di questi stessi re. Sono state scoperte città capitali, palazzi, archivi e in alcuni casi anche ritratti e statue. La maggior parte di questo materiale è conservato nei più importanti musei europei, mentre le prove dell’esistenza di questi re sono esposte al Museo di Archeologia di Istanbul.Tiglat-Pileser IIII nomi dei primi due re assiri citati nella Bibbia sono incisi su una pietra commemorativa dei risultati raggiunti da un alto ufficiale assiro di nome Bel-harran-beli-usur, il quale servì alla corte reale di Tiglat-Pileser III (745-727 a.C.) e di Shalmaneser V (727-722 a.C.). Lo stesso Tiglat-Pileser è citato con una forma abbreviata del suo nome, Pul, in 2 Re 15:19-20, il che indica che ricevette un omaggio in denaro dal re israelita Menahem (743 a.C. circa). La richiesta di un tributo era una pratica piuttosto comune all’epoca. Si arrivò fino all’estorsione su scala nazionale in quanto gli assiri avrebbero invaso e saccheggiato la terra, distrutto tutte le città e ridotto in schiavitù gli abitanti se gli israeliti non avessero pagato la protezione in denaro.
Intorno al 734 a.C., come indicato nel versetto 29, il re israelita Pekah si ribellò a Tiglat-Pileser, il quale invase Israele e ridusse in schiavitù migliaia di persone deportandole in territori lontani. Contemporaneamente Ahaz, re di Giuda, privò il tempio di tutto l’oro e l’argento e svuotò il tesoro nazionale per aiutare il re assiro nella lotta contro Pekah e il re di Siria (2 Re 16:5-9). La Siria, come Israele, fu distrutta dall’invasione assira.Shalmaneser VTiglat-Pileser morì nel 727 a.C. e fu succeduto da Shalmaneser V. In 2 Re 17:3, si narra dell’avanzata di Shalmaneser contro il re d’Israele Osea, che lo “saldò” con un tributo. Qualche anno dopo, Shalmaneser tornò e assediò la capitale di Israele, Samaria, per tre anni prima della caduta nel 722 a.C., dopodiché mandò in esilio i restanti israeliti in altri territori controllati dagli assiri (versi 5-6). Questo episodio segnò la fine del regno di Israele; il suo popolo in esilio perse la propria identità e divenne noto come “le 10 tribù perdute”.Sennacherib Dopo la morte di Sargon nel 705 a.C., Sennacherib (705-682 a.C.) lo succedette al trono. Sennacherib è citato spesso nelle Sacre Scritture, soprattutto in merito all’invasione del regno di Giuda nel 701 a.C. durante il regno di Ezechia. La Bibbia narra di tale invasione in 2 Re 18:13–19:37, 2 Cronache 32:1-22 e Isaia 36–37.
Ezechia rifiutò di pagare il tributo opprimente che il padre Ahaz aveva sempre pagato in passato, sollecitando così la campagna di Sennacherib contro Giuda. La Bibbia e gli archivi di Sennacherib testimoniano che gli assiri conquistarono virtualmente tutto il regno di Giuda ad eccezione della capitale, Gerusalemme. Inizialmente Ezechia pagò come consuetudine il tributo al re assiro, ma Dio distrusse l’esercito assiro (2 Re 19:35). Sennacherib, sconfitto e umiliato, tornò nella capitale dove fu in seguito assassinato dai suoi stessi figli.Il tunnel di EzechiaNel Museo di Archeologia di Istanbul sono esposte le testimonianze del regno di Ezechia. In 2 Re 20:20, si narra quanto segue in merito al re Ezechia: «Il resto delle gesta di Ezechia e tutte le sue prodezze, e come egli fece il serbatoio e l’acquedotto, mediante il quale condusse le acque nella città, non è scritto nel libro delle Cronache dei re di Giuda?» In effetti, visitando Gerusalemme è oggi possibile attraversare questo tunnel dal quale gli ingegneri di Ezechia riuscirono a deviare il normale flusso della Sorgente di Gihon, scavando un tunnel sotto la città in modo tale che l’acqua arrivasse fino a un pozzo situato all’interno delle mura della stessa.
Il tunnel, lungo circa 530 metri e costruito intorno all’anno 701 a.C., è una delle più grandi opere ingegneristiche del mondo antico. Scoperto dal noto archeologo americano Edward Robinson nel 1838, il tunnel rivelò un segreto relativo al metodo di costruzione nell’anno 1880, quando un giovane arabo trovò un’antica iscrizione ebraica incisa sulla parete del tunnel. Quest’ultima descriveva il modo in cui due gruppi di uomini, lavorando alle estremità opposte, scavarono una galleria ognuno verso la direzione dell’altro arrivando a incontrarsi nel mezzo. L’iscrizione fu successivamente rimossa per ordine dei governatori ottomani della città di Istanbul.Re NabucadonorDopo la miracolosa distruzione dell’esercito di Sennacherib durante il regno di Ezechia, l’Assiria non invase mai più il regno di Giuda. Da quel momento in avanti, Assiria iniziò il suo declino piegandosi alla nascita di un nuovo impero, la superpotenza del Medio Oriente: Babilonia.
Il più grande governatore dell’Impero babilonese è una figura ben nota ai lettori della Bibbia, il re Nabucadonosor, il quale governò dal 605 al 562 a.C. Nabucadonosor è citato ben 88 volte nella Bibbia, nei libri 2 Re, 1 e 2 Cronache, Ezra, Neemia, Ester, Geremia, Ezechiele e Daniele.
Nabucadonosor avanzò sul regno di Giuda diverse volte. La prima fu nel 605 a.C. quando condusse un esercito egiziano fuori dalla Siria fino in Egitto come parte della sua sconfitta dell’Impero assiro. L’avanzata successiva avvenne quando il re di Giuda, Johakim, rifiutò di pagare il tributo a Babilonia. Nabucadonosor portò via molti oggetti di valore dal tempio di Gerusalemme per depositarli a Babilonia.
In seguito a innumerevoli ribellioni, Nabucadonosor mise fine al problema. Dopo un assedio durato circa due anni, Gerusalemme cadde nel 586 a.C. e la città, compresi le mura e il tempio, fu completamente distrutta. Quasi tutta la restante popolazione ebrea del territorio fu deportata a Babilonia dove restò fino alla caduta della stessa qualche decennio più tardi.
Diversi ritrovamenti babilonesi testimoniano in dettaglio l’esistenza del regno di Nabucadonosor. Molte delle citazioni bibliche di questo re si trovano nel libro di Daniele, in quanto quest’ultimo interagì proprio con il re Nabucadonosor in qualità di alto funzionario del governo reale.
Daniele 4:30 riporta una famosa esclamazione del re Nabucadonosor: «Non è questa la grande Babilonia, che io ho costruito come residenza reale con la forza della mia potenza e per la gloria della mia maestà?» Babilonia fu effettivamente una città splendida, per molti secoli, una delle più importanti città del mondo antico.
Una delle sue caratteristiche più rilevanti è la Porta di Ishtar, dal nome della dea Ishtar citata precedentemente, nonché il viale processionale che porta ad essa. La porta è stata ricostruita a Berlino dove gli archeologi tedeschi che la portarono alla luce l’hanno ricostruita utilizzando mattoni smaltati con i colori vivaci originali.
E’ possibile vedere alcune parti del viale processionale che conduceva alla porta presso il Museo di Istanbul. E’ decisamente un’esperienza sorprendente vedere parti delle decorazioni elaborate dell’antica Babilonia che sicuramente Nabucadonosor e il profeta Daniele hanno attraversato più volte.Bel/Marduk, il dio di BabiloniaMarduk, la celebratissima divinità di Babilonia, chiamato anche Bel, era rappresentato da un drago spesso raffigurato lungo il viale processionale. Questa particolare divinità babilonese è citata ben due volte dal profeta Geremia nella sua profezia relativa alla caduta di Babilonia: «La parola che l’Eterno pronunciò contro Babilonia e contro il paese dei Caldei per mezzo del profeta Geremia: «Annunziatelo fra le nazioni, proclamatelo e innalzate una bandiera; proclamatelo e non nascondetelo. Dite: ‘Babilonia è presa. Bel, è coperto di vergogna, Merodak è infranto, le sue immagini sono coperte di vergogna, i suoi idoli sono infranti’» (Geremia 50:1-2).
«Io punirò Bel in Babilonia e farò uscire dalla sua bocca ciò che ha ingoiato e le nazioni non affluiranno più a lui. Perfino le mura di Babilonia cadranno» (Geremia 51:44).
Babilonia cadde effettivamente nel 539 a.C., 47 anni dopo la distruzione di Gerusalemme per opera di Nabucadonosor. L’Impero babilonese fu succeduto dall’Impero greco-macedone di Alessandro Magno e i suoi successori e in seguito dall’Impero romano, esattamente come preannunciato nel libro di Daniele.

“Al dio sconosciuto”

Nel Nuovo Testamento, due elementi in particolare fanno riferimento all’apostolo Paolo e ad alcuni eventi della sua vita. Atti 17:22-23 narra che durante la visita di Paolo nella città di Atene, stando in piedi in mezzo all’Areopago, disse: «Ateniesi, io vi trovo in ogni cosa fin troppo religiosi. Poiché, passando in rassegna e osservando gli oggetti del vostro culto, ho trovato anche un altare sul quale era scritto: “Al dio sconosciuto”. Quello dunque che voi adorate senza conoscerlo, io ve lo annunzio».
Quest’area particolare di Atene era circondata da templi e luoghi sacri dedicati alle varie divinità venerate da greci e romani. Lì sorgevano i templi di Zeus e Athena così come altari in onore di divinità minori. Per essere sicuri di non aver escluso nessuna divinità, gli ateniesi avevano eretto un altare sul quale avevano inciso la frase “al dio sconosciuto”.
Diverse iscrizioni sono state trovate fra le rovine dell’antico Impero romano. Tre di queste sono esposte al Museo di Archeologia di Istanbul. Molte divinità provenivano anche da altre città dell’Impero romano per cui non era solo Atene a possedere altari e iscrizioni simili a questa.

Il divieto di accesso al tempio

Atti 21 narra di un evento particolare della vita dell’apostolo Paolo che avviò la serie di eventi che avrebbero portato al suo arresto, le comparizioni innanzi a due governatori romani, il viaggio spirituale a Roma e infine la reclusione e il martirio.
Paolo e diversi compagni si trovavano nel tempio di Gerusalemme quando scoppiò un tumulto durante il quale Paolo rischiò di perdere la vita. I versetti 27-32 descrivono tali eventi in modo estremamente realistico: «…i Giudei dell’Asia, vedendolo nel tempio, sollevarono tutta la folla e gli misero le mani addosso, gridando: ‘Uomini d’Israele, venite in aiuto! Costui è l’uomo che insegna a tutti e dappertutto una dottrina che è contro il popolo, contro la legge e contro questo luogo; oltre a ciò, ha pure condotto dei Greci nel tempio e ha contaminato questo santo luogo’». Infatti avevano in precedenza visto Trofimo di Efeso in città con Paolo, e pensavano che egli lo avesse condotto nel tempio.
«E tutta la città fu in subbuglio, e ci fu un accorrere di gente; e, preso Paolo, lo trascinarono fuori del tempio e subito furono serrate le porte. Ora, mentre essi cercavano di ucciderlo, al tribuno della corte giunse la notizia che tutta Gerusalemme era sottosopra.  Immediatamente egli, presi dei soldati e dei centurioni, corse verso di loro. E questi, visto il tribuno e i soldati, smisero di battere Paolo». Paolo riuscì a salvarsi per poco, e con molta probabilità sarebbe stato ucciso se il comandante dell’esercito romano non fosse intervenuto e non l’avesse salvato.
Qual era il motivo alla base di questa ribellione? Come si legge dalle pagine della Bibbia, Paolo rischiò di essere ucciso in quanto si pensava che avesse profanato il tempio portando dei gentili in un’area del tempio il cui ingresso era riservato esclusivamente agli israeliti. Si trattava di una regola stabilita dagli ebrei.
Molte prove di questa usanza si trovano in un’incisione presente su una parete alta un metro e mezzo circa, una delle tante erette a intervalli regolari nell’area del tempio all’epoca di Gesù e degli apostoli. Due di queste sono state ritrovate, una parziale è esposta al Museo israeliano di Gerusalemme, mentre l’altra completa è stata scoperta a Gerusalemme, risale al governo ottomano e fu successivamente trasportata a Istanbul.
Originariamente erano iscrizioni con le lettere in color rosso affinché risaltassero. L’indicazione diceva: «L’accesso oltre la barriera della piazza nella zona del tempio è vietato a tutti i gentili. Chiunque oltrepassi quest’area è responsabile della propria incolumità».
Ai gentili era consentito l’ingresso nel cortile esterno del tempio, ma l’area alle spalle era riservata esclusivamente agli israeliti. Per un gentile, oltrepassare quella barriera significava profanare il tempio, un’offesa punita con la morte. Nel caso di Paolo, i suoi avversari religiosi ebrei sostenevano che avesse portato un gentile oltre la barriera profanando così il tempio, pertanto decisero di punirlo uccidendolo, quando l’esercito militare romano intervenne per salvarlo.

Ritrovamenti in esposizione

In seguito, quando Paolo si trovava agli arresti domiciliari a Roma in attesa del processo, riflettendo sull’evento scrisse alla Chiesa in Efesini dicendo che Gesù Cristo «ha demolito il muro di separazione» fra ebrei e gentili, «per riconciliare ambedue con Dio in un sol corpo», la Chiesa, attraverso il Suo sacrificio (Efesini 2:14-16).
Molti esperti concordano sul fatto che l’espressione «muro di separazione» si riferisce alla barriera nel tempio oltre la quale i gentili non potevano andare, la stessa in cui erano incise le parole di ammonimento.
I paesi occidentali hanno intrapreso una vera e propria battaglia contro Dio e la Bibbia. In questo articolo si è parlato di alcune prove esposte presso il Museo di Istanbul. E’ possibile visitare molti altri musei in tutto il mondo che espongono ritrovamenti simili a sostegno della veridicità di molti punti importanti della Bibbia, tra cui il British Museum di Londra, il Louvre di Parigi, il Museo di Pergamo a Berlino, l’Oriental Institute presso la University of Chicago e il Museo israeliano di Gerusalemme.
Stranamente coloro che discreditano la Bibbia sostengono che le persone che credono nei Testi Sacri ripongono la propria fede nell’ignoranza e la superstizione. Analizzando seriamente i vari ritrovamenti, però, la verità risulta essere l’esatto contrario. Chi non crede nella Bibbia rivela in realtà di fondare le proprie convinzioni nella superstizione e l’ignoranza.
Spesso si tratta di persone che non hanno mai preso in considerazione le prove a sostegno della veridicità della Bibbia e non sono neanche a conoscenza dell’esistenza di quanto scritto in questo articolo. Ma tu non puoi ignorare tutto ciò. Tu puoi credere alla Bibbia. La sua veridicità è stata provata diverse volte e continua ad esserlo anno dopo anno grazie al lavoro di archeologi e studiosi impegnati a scavare nelle terre delle Sacre Scritture.

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