registrati
accedi

Quando tutte le sofferenze finiranno

Perché Dio permette al male di esistere? Perché non pone fine alle sofferenze che affliggono miliardi di persone? Queste domande hanno lasciato perplessa l’umanità fin dall’inizio dei tempi. Scopri chi porrà fine ad ogni ingiustizia.

I più grandi pensatori si sono scervellati nel tentativo di dare delle risposte che in realtà sono già disponibili nella Bibbia; questa spiega in modo chiaro le vere cause di tutte le sofferenze umane e il come poterle superare.

Perché Dio permette al male di esistere? Perché non pone fine alle sofferenze che affliggono miliardi di persone? Queste domande hanno lasciano perplessa l’umanità dall’inizio dei tempi. I più grandi pensatori si sono scervellati nel tentativo di dare delle risposte che in realtà sono già disponibili nella Bibbia; questa spiega  in modo chiaro le vere cause di tutte le sofferenze umane e il come poterle superare.

Il modo di procedere di Dio nei confronti del genere umano non potrebbe essere migliore: Egli ci lascia liberi di prendere decisioni, liberi di fare delle scelte, anche sbagliate; affinché sperimentiamo su noi stessi i risultati della vanità umana, l’invidia, la superbia, la cupidigia, la concupiscenza e altre cose simili.
Solo quando l’individuo riconosce  la debolezza e il fallimento della propria natura umana, chiedendo aiuto a  Dio con sincera umiltà, allora Dio interviene ad aiutarlo a cambiare il modo di pensare e di agire. Con risultati meravigliosi! Si tratta di una soluzione che va al di là delle nostre aspettative e dei nostri sogni, ma perché si avveri è necessaria la partecipazione volontaria dell’individuo. La natura umana però non si arrende facilmente, ecco perché i tempi sono così lunghi. Il genere umano si trova in questa situazione da quasi seimila anni.
Il peccato, vale la pena ricordarlo, iniziò nel Giardino dell’Eden, quando i nostri progenitori, Adamo ed Eva, pur essendo assistiti dalla presenza personale di Dio, rifiutarono di scegliere il sentiero più facile che avrebbe arrecato loro e a noi tutti, loro discendenti, una vita davvero felice.
Affidandosi alle loro percezioni del male contro il bene offerto da Dio, Adamo ed Eva hanno trasmesso a tutto il genere umano un modo di pensare e di vivere che disconosce il vero Dio, vari filosofie e stili di vita che a lungo andare, in un modo o nell’altro, finiscono con il produrre ingiustizia, insoddisfazione, infedeltà, infelicità, sofferenza e mortalità. La verità è che l’umanità stessa, separata dal vero Dio, è la causa di tutti i suoi mali.

Impareremo ad ascoltare?

Lasciandoci liberi di sperimentare personalmente Dio ci dà la possibilità di renderci conto di quanto distruttive e mortali possono essere le nostre scelte sbagliate. Il Suo desiderio più grande è sempre stato che noi imparassimo ad ascoltarlo pienamente ed anche se noi non lo abbiamo esaudito, Egli non ci ha mai abbandonato e ci promette comunque il Suo aiuto!
L’ordine divino, di fare scelte giuste, vale per noi come per l’antica Israele. Dio disse: «Io prendo oggi a testimoni contro a voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, onde tu viva, tu e la tua progenie, amando l’Eterno, il tuo Dio, ubbidendo alla sua voce e tenendoti stretto a lui» (Deuteronomio 30:19-20).
Perché la vita abbia il giusto senso dobbiamo imparare la lezione. La nostra tendenza umana invece è quella di usare la libertà che ci viene concessa per fare le nostre scelte egoistiche, lamentandoci poi degli effetti terribili che le nostre azioni insensate producono e dando la colpa a Dio.
Dio vede le sofferenze umane ed è Suo intenso desiderio liberarci da esse, indicandoci la Sua santa via.  Pensiamo alla promessa che fece quando liberò gli Israeliti dalla schiavitù e li fece diventare una nazione: «Se vi conducete secondo le mie leggi, se osservate i miei comandamenti e li mettete in pratica, io vi darò le piogge nella loro stagione, la terra darà i suoi prodotti, e gli alberi della campagna daranno i loro frutti. La trebbiatura vi durerà fino alla vendemmia, e la vendemmia vi durerà fino alla sementa; mangerete a sazietà il vostro pane, e abiterete in sicurtà il vostro paese. Io farò che la pace regni nel paese; voi vi coricherete, e non ci sarà chi vi spaventi» (Levitico 26:3-6). La storia narra come Israele divenne ribelle e attirò su sé stessa dolorose sofferenze. Dio dona le Sue benedizioni solo a quelli che Lo ascoltano!
Dio sarà al nostro fianco ma desidera che ci rendiamo conto della necessità di rivolgerci a Lui nella scelta della retta via. Il Suo approccio è di darci tempo di imparare le lezioni importanti dalle nostre scelte, sia buone che cattive. Ecco perché non ha ancora messo fine alle conseguenze delle nostre azioni sbagliate.
L’intervento più significativo da parte di Dio sarà quello di cambiare i regnanti di ogni nazione sulla terra, dando l’incarico ad un leader giusto in grado di distinguere chiaramente il male dal bene. Ma chi sarà? Chi ha le caratteristiche necessarie per insegnare a noi tutti la retta via? L’unico in grado di farlo è Gesù Cristo, Colui che ha sempre compreso e messo in pratica gli insegnamenti del Padre.
Attraverso l’apostolo Paolo Iddio ci ha fatto «conoscere il mistero della sua volontà, giusta il disegno benevolo ch’Egli aveva già prima in se stesso formato, per tradurlo in atto nella pienezza dei tempi, e che consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nei cieli, quanto quelle che sono sopra la terra» (Efesini 1:9-10).

Nell’attesa di una restaurazione mondiale

Leggiamo ora un passaggio dell’apostolo Pietro in merito al ruolo attuale di Gesù Cristo che «il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose; tempi dei quali Iddio parlò per bocca dei suoi santi profeti, che sono stati fin dal principio» (Atti 3:21). Solo in un tempo futuro, al tempo del Suo ritorno personale e glorioso sulla Terra, Gesù estirperà definitivamente le cause del male e delle sofferenze in tutti i popoli della terra.
Ricordiamo, comunque, che Gesù ha già rimosso un gigantesco ostacolo per noi espiando i nostri peccati al posto nostro. Grazie al Suo sacrificio, infatti, il male da noi commesso è stato cancellato con il Suo sangue, per indurci a ravvedimento e riconciliarci con il Padre Eterno (Ebrei 2:17). Il supremo sacrificio di Cristo è prefigurato in modo simbolico dai sacrifici animali durante l’Antico Testamento. Se non riconoscete l’Espiazione che Cristo ha compiuto per voi, voi rimanete separati da Dio, sofferenti e morti nei vostri peccati.
«Sono le vostre iniquità quelle che hanno posto una barriera fra voi e il vostro Dio; sono i vostri peccati quelli che han fatto sì ch’egli nasconda la sua faccia da voi, per non darvi più ascolto» (Isaia 59:2). Come possiamo essere ascoltati da Dio? Solo riconoscendo il Creatore in «Gesù Cristo venuto nella carne» quale creatura mortale e sacrificata per l’umanità dal Lui stesso creata, noi possono essere riconciliati con Dio.  La riconciliazione d’Israele e del resto del genere umano con Dio è simbolicamente prefigurata dal cosiddetto «Giorno dell’Espiazione» (Yom Kippur in ebraico), che cade cinque giorni prima dell’inizio della «Festa delle Capanne» (Levitico 23:27, 34). Entrambe queste festività sacre prefigurano simbolicamente il ravvedimento di Israele e del resto del genere umano nonché la loro riconciliazione con il vero ed unico Dio Creatore, descritto nella Bibbia.
Le Scritture preannunciano come Gesù porrà fine all’ignoranza spirituale e alla disastrosa belligeranza delle nazioni. «Non si farà né male né guasto su tutto il mio monte santo, poiché la terra sarà ripiena della conoscenza dell’Eterno, come il fondo del mare dall’acque che lo coprono» (Isaia 11:9). Allora, «tutti quelli che saranno rimasti di tutte le nazioni venute contro Gerusalemme, saliranno d’anno in anno a prostrarsi davanti al Re, all’Eterno degli eserciti, e a celebrare la festa delle Capanne» (Zaccaria 14:16). Questo sarà uno dei segni del ritorno glorioso di Cristo e della instaurazione del Regno di Dio sulla terra.
Quelli che servono Gesù Cristo fino alla fine in questa vita, saranno risuscitati a vita immortale al ritorno glorioso di Cristo sulla terra e sarà loro dato di governare il mondo con giustizia sotto la direzione di Cristo, il «Re dei re».  Questa preparazione spirituale è in corso da secoli.

Amministratori per Cristo

Gesù ha fatto questa promessa ai Suoi dodici discepoli di ceppo israelitico: «Io vi dico in verità che nella nuova creazione, quando il Figliuolo dell’uomo sederà sul trono della sua gloria, anche voi che m’avete seguitato, sederete su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele» (Matteo 19:28).
Inoltre, in Apocalisse 17:14, Gesù ha fatto questa stessa promessa anche a tutti «i chiamati, gli eletti e fedeli» d’ogni nazione: «A chi vince io darò di seder meco sul mio trono, come anch’io ho vinto e mi son posto a sedere col Padre mio sul suo trono» (Apocalisse 3:21). Non si tratta di un futuro incerto come alcuni suppongono, bensì è una promessa di assoluta certezza nel Regno di Cristo in Terra!
La promessa di Gesù è «a chi vince e persevera nelle mie opere sino alla fine io darò potestà sulle nazioni» (Apocalisse 2:26). Per consentire ai Suoi discepoli di assumersi una tale responsabilità Dio darà loro innanzitutto l’immortalità (1 Corinzi 15:51-55) e saranno accanto a Cristo in qualità di Suoi amministratori. Sarà l’inizio di una nuova Israele: l’Israele spirituale creata da Dio, non dagli uomini. Sarà composta da alcuni discendenti di Abramo e anche da alcuni Gentili, tutti ravveduti e convertiti a Gesù. Dopo che Cristo li avrà risuscitati da morte o trasformati e resi immortali (1 Corinzi 15:22-23, 1 Tessalonicesi 4:13-18), essi serviranno come «sacerdoti all’Iddio e Padre Suo» (Apocalisse 1:6).
Gesù ha promesso che i dodici apostoli originali governeranno sulle dodici tribù d’Israele (Matteo 18:28), per le quali finirà la diaspora e saranno fisicamente riportate nella loro Terra Promessa (Geremia 23:7-8; 50:19-20 e Isaia 66:20). Le tribù perdute della «casa d’Israele» cesseranno di essere disseminate fra le nazioni, sarà loro dato di ritrovare l’identità originale e, assieme alla tribù di Giuda, torneranno ad essere un’unica grande nazione nella Terra Promessa.
Come si realizzerà tutto questo? Per volere divino, come descritto in Deuteronomio 30:1-6, Geremia 23:7-8 e da altri «santi profeti» biblici. Le loro profezie sono assolutamente certe come quelle degli apostoli ed evangelisti originali; insieme, i profeti e gli apostoli, fanno parte del vero fondamento della vera Chiesa fondata da Gesù Cristo (Efesini 2:20).
Gli altri santi saranno anche loro  risuscitati in gloria e riceveranno il potere di governeranno in ogni altra parte del mondo, facendo valere le leggi e la giustizia di Dio sulle popolazioni delle loro città d’origine (Luca 25:17).
Sul piano fisico, la nazione modello e guida di tutte le altre nazioni della terra tornerà ad essere la nazione d’Israele, con uno splendore di gran lunga superiore a quello del tempo di Re Salomone, in virtù della presenza gloriosa del Cristo immortale. Ma sarà un’Israele «redenta», che riconoscerà Gesù di Nazareth quale unico «Re» e vero «Messia». Il profeta Zaccaria rivela che la conversione nazionale d’Israele avverrà in un tempo in cui Israele sarà minacciata di estinzione totale. Allora il Cristo interverrà:
«Il quel giorno … spanderò sulla casa di Davide e sugli abitanti di Gerusalemme lo spirito di grazia e di supplica; ed essi riguarderanno a me, a colui ch’essi hanno trafitto, e ne faranno cordoglio … e il paese farà cordoglio, ogni famiglia da sé…» (Zaccaria 12:8-14).
Una volta convertita a Gesù, la nazione d’Israele riuscirà finalmente ad essere per le altre nazioni della Terra l’esempio da imitare e seguire (Deuteronomio 4:5-8), come descritto anche in Michea 4:2-3 e in Isaia 2:1-4:
«Parola che Isaia, figlio di Amots, ebbe in visione, riguardo a Giuda e a Gerusalemme. Avverrà, negli ultimi giorni, che il monte della casa del SIGNORE si ergerà sulla vetta dei monti, e sarà elevato al di sopra dei colli; e tutte le nazioni affluiranno a esso. Molti popoli vi accorreranno, e diranno: “Venite, saliamo al monte del SIGNORE, alla casa del Dio di Giacobbe; egli ci insegnerà le sue vie, e noi cammineremo per i suoi sentieri.” Da Sion, infatti, uscirà la legge, e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli giudicherà tra nazione e nazione e sarà l’arbitro fra molti popoli ed essi trasformeranno le loro spade in vomeri d’aratro, e le loro lance, in falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra, e non impareranno più la guerra.» Finalmente la fine di tutte le ingiustizie e sofferenze.

«Mille anni» di riconciliazione

L’apostolo Paolo fu entusiasta della futura riconciliazione d’Israele con Dio. Egli scrisse a questo proposito: «Perché fratelli non voglio che ignorate questo mistero… tutto Israele sarà salvato, secondo che è scritto: “Il liberatore verrà da Sion; Egli allontanerà da Giacobbe l’empietà; e questo sarà il mio patto con loro, quand’io toglierò via i loro peccati”. Per quanto concerne l’elezione, sono amati per via dei loro padri; perché i doni e la vocazione di Dio sono senza pentimento» (Romani 11:25-29)
Prima però che gli Israeliti e tutti i popoli della terra giungano a ravvedersi dovranno attraversare un tempo di «grande afflizione; tale, che non v’è stata l’uguale dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà».
Dio ha diversi motivi per permettere un periodo di sconvolgimenti mondiali, specialmente con riferimento a Gerusalemme ed afferma: «Ecco io farò di Gerusalemme una coppa di stordimento per tutti i popoli all’intorno; e questo concernerà anche Giuda, quando si cingerà d’assedio Gerusalemme. E in quel giorno avverrà che io farò di Gerusalemme una pietra pesante per tutti i popoli; tutti quelli che se la caricheranno addosso ne saranno malamente feriti” (Zaccaria 12:1-3).
Gerusalemme è diventata il centro dei conflitti mondiali come Dio aveva previsto e lo sarà ancor poco prima del ritorno di Cristo. «E se quei giorni non fossero abbreviati nessuna carne sopravvivrebbe. Ma, a cagione degli eletti [i fedeli] quei giorni saranno abbreviati» (Matteo 24:21-22). Come?
La profezia continua: «E in quel giorno avverrà che io avrò cura di distruggere tutte le nazioni che verranno contro Gerusalemme… L’Eterno si farà innanzi e combatterà contro quelle nazioni… I suoi piedi si poseranno in quel giorno sul monte degli Ulivi ch’è dirimpetto a Gerusalemme a levante, e il monte degli Ulivi si spaccherà per il mezzo, da levante a ponente, sì da formare una gran valle… E l’Eterno sarà re di tutta la terra; in quel giorno l’Eterno sarà l’unico, e unico sarà il suo nome» (Zaccaria 14:2-4, 9).  Finalmente non ci saranno più guerre nel Medio Oriente e nel resto del mondo.
Finalmente ci sarà pace tra Arabi e Israeliani, fra loro e ogni altro popolo della terra, perché sarà venuto il tempo di togliere di mezzo «il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo» e i» i suoi angeli», gli occulti mandanti di tutti i mali e le sofferenze del genere umano.
Quando finiranno tutti i mali e le sofferenze del mondo?   L’apostolo Giovanni narra quello che gli fu dato di vedere che accadrà di certo: «Poi vidi scendere dal cielo un angelo con la chiave dell’abisso e una grande catena in mano. Egli afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il diavolo, Satana, lo legò per mille anni, e lo gettò nell’abisso che chiuse e sigillò sopra di lui perché non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni…
«Poi vidi dei troni. A quelli che vi si misero seduti fu dato di giudicare… Essi tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni» (Apocalisse 20:1-4). L’apostolo Paolo descrive quello che seguirà: «…poi verrà la fine, quando [Cristo] consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà e ogni potenza. Poiché bisogna ch’egli regni finché abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte» (1 Corinzi 15:24-26).
L’apostolo Giovanni continua la sua visione futuristica: «Udii una gran voce dal trono, che diceva: “Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini!” Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate» (Apocalisse 21:3-4).
L’intervento diretto di Gesù Cristo nel mondo inizierà e completerà il processo di estirpazione del Male. Dio non ha mai ignorato le sofferenze nel mondo, è il mondo che non ha fino adesso voluto vedere e comprendere il meraviglioso disegno che Dio sta portando a compimento a pro della salvezza dei Suoi figli. Gesù Cristo rispetta pienamente la Sua tabella di marcia: il tempo del Suo ritorno glorioso è davvero vicino e noi lo attendiamo con gioia!
LaBuonaNotizia.org