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I grandi eventi storici e la profezia biblica: c’è un collegamento?

Tutti abbiamo frequentato le lezioni di storia e molti, come nel mio caso, non le hanno amate particolarmente; ricordo la necessità di memorizzare date e luoghi storici che sembravano avere poco a che fare con la nostra quotidianità.
A un certo punto della mia vita, però, la storia ha cominciato ad interessarmi, quando l’ho ricollegata alle profezie bibliche e un mondo completamente nuovo e affascinante mi si è aperto!  Ho capito che molti eventi ad essa correlati erano la prova evidente di come la Bibbia sia stata veramente ispirata da Dio, fornendo una sorta di struttura portante per il tempo passato, presente e futuro.
Anche se non tutta la storia fa riferimento direttamente alle profezie bibliche, gran parte degli avvenimenti, oltre che essere determinati dalla nostra natura umana, generosa ed egoista allo stesso tempo, ne sono il risultato.

I grandi “Cosa sarebbe accaduto se…” della storia

Cosa accade quando storia e profezia convergono? La percezione di quanto avviene sulla scena mondiale, in effetti, può essere diversa: avvenimenti che lasciano meravigliati gli storici perché sembrano coincidenze furtuite, spesso non sono nient’altro che l’adempimento delle profezie bibliche.
Vediamo alcuni esempi significativi dal libro intitolato E se le cose fossero andate diversamente? (What If? The World’s Foremost Military Historians Imagine What Might Have Been – di Robert Cowley, edizione 1999).
L’autore affronta 50 eventi chiave della storia mondiale studiati da noti storici, secondo i quali se le cose si fossero svolte in altro modo, il mondo sarebbe totalmente diverso; infatti, con tutta probabilità la nostra cultura, lingua e religione sarebbero quelle delle grandi nazioni conquistatrici: Assiria, Babilonia, Persia, Mongolia, ecc.
Di seguito considererò alcuni esempi degni di nota per dimostrare la convergenza fra eventi storici e profezie bibliche. Non ci deve sorprendere infatti se, dei 50 eventi chiave menzionati nel libro, ben 48 le richiamano.  In altre parole, fra gli eventi più importanti elencati da questi studiosi laici, Dio è coinvolto nel 95 per cento dei casi!

1° esempio: La piaga che salvò Gerusalemme

William McNeill, professore emerito di storia all’Università di Chicago, scrive: «Gli eventi militari, anche se poco importanti, possono avere conseguenze impreviste… Sembra opportuno iniziare il libro proprio con l’assedio di Gerusalemme da parte dell’Assiria e il regno di Giuda nel 701 a.C. Tale accerchiamento fu tolto dopo che gran parte del suo esercito dovette soccombere ad una pestilenza misteriosamente letale… E se non ci fosse stato il contagio? Cosa sarebbe successo se le mura fossero cadute e si fossero verificate razzie, stupri, omicidi oltre al forzato esilio della popolazione di Gerusalemme? Come sarebbero le nostre vite e la nostra spiritualità 2.700 anni dopo?… La sopravvivenza di Gerusalemme agli attacchi dell’esercito di Sennacherib influenzò la storia del mondo molto più profondamente di altre azioni militari» (What If? Infectious Alternatives, pagg. 1-3).
Un contagio misteriosamente letale colpì gli assiri proprio nel momento in cui Gerusalemme doveva essere salvata. Che coincidenza! Mentre gli assiri stavano per assediare e distruggere la città, annullando completamente il credo biblico, improvvisamente qualcosa fermò il loro esercito, risparmiando la città. Di ritorno in Assiria il re fece incidere sulle mura del suo palazzo la raffigurazione dell’invasione di Giuda e la distruzione delle sue città cintate. Gerusalemme però si salvò! Niente infatti viene detto circa la conquista della capitale ebraica e del suo re. Questo indica la chiara sconfitta di Sennacherib, dal momento che i re del passato registravano soltanto le loro vittorie.
La Bibbia entra in scena a questo punto per rivelarci cosa accadde veramente: «Or avvenne, il quattordicesimo anno del re Ezechia, che Sennacherib, re d’Assiria, salì contro tutte le città fortificate di Giuda, e le prese. E il re d’Assiria mandò Rabshake da Lakis a Gerusalemme al re Ezechia con un grande esercito» (Isaia 36:1-2). Dopo aver ascoltato le intimazioni del re assiro ad arrendersi, re Ezechia si recò da Dio in preghiera. Dio gli rispose, tramite il profeta Isaia, che aveva promesso la liberazione totale dagli assiri. Il profeta disse: Perciò così parla l’Eterno circa il re d’Assiria: Egli non entrerà in questa città, e non vi tirerà dentro alcuna freccia; non verrà davanti ad essa con scudi, e non eleverà trincee contro di lei. Egli se ne tornerà per la via donde è venuto, e non entrerà in questa città, dice l’Eterno. Poiché io proteggerò questa città per salvarla, per amor di me stesso e per amor di Davide, mio servo» (Isaia 37:33-35). «E l’angelo dell’Eterno uscì e colpì, nel campo degli Assiri, centottantacinquemila uomini; e quando la gente si levò la mattina, ecco ch’eran tanti cadaveri. Allora Sennacherib, re d’Assiria, levò il suo campo, partì, e tornò a Ninive, dove rimase» (vv. 36-37).
Il sovrano umiliato, infatti, non minacciò più Giuda e fu poi assassinato dai suoi stessi figli, come risulta sia dalla Bibbia sia da cronache assire. Gli storici non disposti ad accettare la spiegazione soprannaturale della Bibbia, però, ne cercano una di tipo naturalistico, sottolineando che la sconfitta del sovrano fu riportata non solo dalle Sacre Scritture, ma anche dallo storico greco Erodoto che registrò l’umiliazione di Sennacherib in Histories (scritto nel 450 B.C. circa). Citando una fonte egiziana quest’ultimo attribuì la miracolosa sconfitta dell’esercito assiro nella campagna contro l’Egitto (che comprese Giuda) a ratti che avevano infestato il campo e avevano creato grande caos.
Così scrisse: «Un esercito di topi si lanciò contro i loro nemici nella notte… rosicchiarono le faretre e le frecce e li lasciarono disarmati» (Storie 2:141). L’immmagine dei ratti e quella descritta dalla Bibbia della morte dei soldati di Sennacherib è da correlare al “misterioso contagio letale”. Secondo alcuni studiosi questi animali, solitamente portatori di malattie mortali quali la peste bubbonica che imperversò in Europa nel Medioevo, avrebbero potuto fungere da “mezzo” di diffusione della pestilenza che colpì l’esercito assiro.
Certamente è possibile che Dio abbia utilizzato questo “strumento” per annientare gli assiri, ma il tempismo perfetto non fu una coincidenza: Gerusalemme fu salvata da Dio come previsto da Isaia.
Questo è il primo esempio di come storia e profezia biblica convergono. Dio aveva promesso centinaia di anni prima che la nazione di Giuda sarebbe sopravvissuta nei secoli, superando la distruzione di volta in volta per consentire la venuta del Messia dalla discendenza di re Davide. Sempre Dio promise a Ezechia che Sennacherib sarebbe stato sconfitto e così avvenne.
Cowley nota: «Cosa sarebbe successo se una misteriosa pestilenza non avesse fermato gli assiri nel 701 B.C.? Si sarebbe ugualmente affermato l’ebraismo o il cristianesimo?» (What If? – Introduction, pag. 13). Si tratta di domande importanti, a cui è semplice dare risposta solo conoscendo la Bibbia in modo approfondito.

2° esempio: L’improbabile vittoria dei greci sui persiani a Salamina nel 480 a.C.

Il secondo esempio del libro è anch’esso molto significativo e fa riferimento all’affermazione della cultura occidentale in Europa piuttosto che di quella persiana con la sua storia, cultura e religione.
Georg Hegel, famoso storico e filosofo tedesco, scrisse così della battaglia navale fra i greci e i persiani: «Da un lato si nota il dispotismo orientale, simbolo di un mondo guidato da un sovrano e signore e dall’altro si vedono stati separati, insignificanti per estensione e risorse ma animati da libera individualità dall’altro» (citazione di Victor Davis Hanson, No Glory That Was Greece, What If?, pag.  17).
«Cosa sarebbe successo se i persiani avessero vinto?» chiede lo storico e popolare giornalista Victor Davis Hanson, ex professore di lettere classiche presso la State University, Fresno, e la Stanford University. «In effetti se i soldati del generale e statista ateniese Temistocle non avessero avuto la meglio è lecito chiedersi se 2.500 anni dopo ci sarebbe stata una civiltà occidentale nella forma a noi nota» (pag. 16). A Salamina i greci vinsero ed affermarono la loro cultura, scienza ed arte nonostante la superiorità numerica dei persiani (in un rapporto da 10 a 1) e le dimensioni tre o quattro volte superiori della nave nemica.
«Alla fine di settembre dell’anno 480», aggiunge Hanson, «Temistocle e i suoi poveri ateniesi non solo salvarono la Grecia e la civiltà embrionale occidentale dai persiani, ma ridefinirono l’Occidente in modo più egalitario fino ad arrivare alla società che conosciamo oggi» (pag. 35). Cosa dire di questa incredibile vittoria dei greci contro i persiani? Si è trattato solo di una fortunata serie di eventi? Anche in questo caso dobbiamo far riferimento alla Bibbia.
Contro ogni previsione l’esercito persiano fu sconfitto e la battaglia di Salamina fu decisiva in questo senso. Il profeta Daniele ricevette da Dio la profezia di questo evento nel 548 a.C., prima ancora che i due imperi antagonisti si affermassero sulla scena mondiale e scrisse: «Il terzo anno del regno del re Belsatsar, io, Daniele, ebbi una visione, dopo quella che avevo avuta al principio del regno. Ero in visione; e, mentre guardavo, ero a Susan, la residenza reale, che è nella provincia di Elam; e, nella visione, mi trovavo presso il fiume Ulai. Alzai gli occhi, guardai, ed ecco, ritto davanti al fiume, un montone che aveva due corna; e le due corna erano alte, ma una era più alta dell’altra, e la più alta veniva su l’ultima. Vidi il montone che cozzava a occidente, a settentrione e a mezzogiorno; nessuna bestia gli poteva tener fronte, e non c’era nessuno che la potesse liberare dalla sua potenza; esso faceva quel che voleva, e diventò grande. E com’io stavo considerando questo, ecco venire dall’occidente un capro, che percorreva tutta la superficie della terra senza toccare il suolo; e questo capro aveva un corno cospicuo fra i suoi occhi. Esso venne fino al montone dalle due corna che avevo visto ritto davanti al fiume, e gli s’avventò contro, nel furore della sua forza. E lo vidi giungere vicino al montone, pieno di rabbia contro di lui, investirlo, e spezzargli le due corna; il montone non ebbe la forza di tenergli fronte, e il capro lo atterrò e lo calpestò; e non ci fu nessuno che potesse liberare il montone dalla potenza d’esso» (Daniele 8:1-7).
L’arcangelo Gabriele spiegò a Daniele che «il montone con due corna che hai veduto, rappresenta i re di Media e di Persia. Il becco peloso è il re di Grecia» (vv. 20-21).Qui vediamo che la vittoria di Salamina non fu nient’altro che la realizzazione di quanto predetto dalla proferzia biblica anni prima; in caso di sconfitta i greci sarebbero stati incorporati nell’impero persiano piuttosto che conquistare la Persia; conquista che in effetti si realizzò con la marcia di Alessandro Magno.

3° esempio: La rapida ascesa e caduta di Alessandro Magno

L’epoca di Alessandro Magno fu molto importante per la storia mondiale; cosa sarebbe successo però se il condottiero fosse morto all’inizio della sua carriera, fatto che per poco non si verificò? E perché egli morì a soli 33 anni, all’apice del potere?
Alla battaglia del Granico, durante la sua prima campagna militare importante contro i persiani, Alessandro fu circondato dai suoi nemici e ricevette un colpo devastante alla testa, nonostante la protezione del suo elmo. Stordito non fu in grado di difendersi, ma fu salvato dalla lancia di una guardia.
Perchè fu miracolosamente risparmiato nello spazio di un attimo? Gli storici parlano ancora di eventi favorevoli. «Cosa sarebbe accaduto se invece fosse stato meno fortunato?» chiede lo storico di Princeton Josiah Ober (Conquest Denied, What If?, pag. 47) e continua: «Avremmo avuto un mondo in cui i valori caratteristici greci sarebbero decaduti a favore di una fusione di ideali persiani e romani…
«Questo sarebbe potuto accadere perchè non ci sarebbe stato alcun grande Periodo ellenistico e nemmeno l’integrazione in un ambito linguistico/culturale d’influenza greca che privilegiasse la libertà, l’uguaglianza politica e la dignità della persona. Senza l’influsso di questi valori e il malgoverno romano in Giudea, l’ebraismo sarebbe rimasto un fenomeno localizzato… Il Nuovo Testamento, allo stesso modo, non sarebbe stato scritto in greco e non avrebbe avuto un pubblico così ampio» (pagg. 55-56).
La diffusione dei valori caratteristici dell’Ellenismo in Europa e nel Medioriente dipese in sostanza dalle conquiste di Alessandro, ma perchè il destino del condottiero fu quello di sopravvivere e diventare conquistatore, fino a fondare un impero per poi morire così giovane? Tutto questo fu profetizzato centinaia d’anni prima.
Nel secondo esempio abbiamo citato il profeta Daniele 8:1-7 riguardo al capro (la Grecia) vittorioso sul montone (Medio-Persia). Proseguiamo con il verso 8: «Il capro diventò sommamente grande; ma, quando fu potente, il suo gran corno si spezzò; e in luogo di quello, sorsero quattro corna cospicue, verso i quattro venti del cielo».
Nei versi 21-22 l’arcangelo Gabriele spiegò al profeta il significato della visione: «Il becco peloso è il re di Grecia; e il gran corno fra i suoi due occhi è il primo re. Quanto al corno spezzato, al cui posto ne son sorti quattro, questi sono quattro regni, che sorgeranno da questa nazione, ma non con la stessa sua potenza.» La Bibbia contiene un’ulteriore elaborazione di questa profezia fatta alcuni anni più tardi, quando i persiani presero il potere dopo aver sconfitto i babilonesi. Questo è il suo contenuto: «Ma quando sarà sorto (Alessandro), il suo regno sarà infranto, e sarà diviso verso i quattro venti del cielo; esso non apparterrà alla progenie di lui, né avrà una potenza pari a quella che aveva lui; giacchè il suo regno sarà sradicato e passerà ad altri» (Daniele 11:4).
Come previsto dalla profezia il grande condottiero morì a soli 33 anni e il suo impero fu diviso in quattro parti e governato da quattro suoi generali, non da membri della sua famiglia o discendenti.
In conclusione questi tre esempi rappresentano dei punti di svolta fondamentali per la nostra civiltà e stanno a ricordarci lo stretto legame esistente fra la storia e la profezia biblica. Ecco perchè lo studio della Bibbia ha grande importanza ed è una guida insostituibile per prepararci a guardare verso il futuro.

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