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Risurrezione: Quando e come sarà?

Domande Frequenti:

 

Quando e come risusciteranno i morti?

 

Invitiamo il lettore a riflettere su ciò che la Bibbia afferma chiaramente nella visione futuristica che Dio ha rivelato all’apostolo Giovanni in Apocalisse 20:5: “”Il resto dei morti non tornò in vita prima che i mille anni fossero trascorsi” (Apocalisse 20:5).

 

Chi sono il resto dei morti? E perché la Bibbia dice che saranno risuscitati alla fine di “mille anni”? Il resto dei morti, che sarà risuscitato alla fine dei mille anni apocalittici, sono in primo luogo tutti quelli che non conobbero mai il vero Dio senza averlo deciso da sé e, in secondo luogo, anche quelli che furono chiamati da Dio ma decisero di non credergli o di tradirlo.

 

Come vedremo più avanti le scritture bibliche rivelano che Dio giudicherà tutti quei morti non nella loro presunta condizione di “anime immortali”, ma dopo ch’Egli li avrà risuscitati corporalmente “dalla polvere della terra” (Daniele 12:2). La Bibbia rivela chiaramente che, fino ad oggi, nessuno dei morti è stato risuscitato o salito al cielo, eccetto Gesù Cristo (Giovanni 3:13). Rivela inoltre che, all’inizio dei mille anni apocalittici, Gesù tornerà sulla terra con l’immortalità di Dio per risuscitare a vita eterna soltanto ed esclusivamente “quelli che sono di Cristo” (1Corinzi 15:22-23) e che tutti gli altri morti saranno risuscitati soltanto alla fine dei mille anni.

 

Alla fine dei mille anni dell’apocalisse, infatti, saranno risuscitati quelli che hanno peccato volontariamente contro lo Spirito Dio ch’era stato loro offerto o donato. Saranno risuscitati a vita fisica temporanea per essere oggetto della GIUSTIZIA di Dio. Infatti, per quelli che hanno peccato volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, “non rimane più alcun sacrificio per i peccati, ma soltanto una spaventosa attesa di giudizio e un ardore di fuoco che divorerà gli avversari” (Ebrei 10:26-27). Questi saranno risuscitati per essere CONDANNATI a morte nel fuoco inestinguibile. Essi subiranno una morte eterna, la cosiddetta “morte seconda” (Apocalisse 20:14-15). La loro temporanea risurrezione per la condanna sarà necessaria affinché la giustizia di Dio sia compiuta agli occhi di tutto il Creato, oltre che negli stessi individui che avevano scelto e promosso pubblicamente la corruzione come modello di vita con l’illusione di aver eluso la sovranità e la giustizia di Dio.

 

Nella restante parte di quest’articolo, però, ci dedicheremo principalmente a tutte le razze di tutte le generazioni passate, incluse alcune tribù d’Israele, le quali sono ancora RECUPERABILI e SALVABILI, perché, senza averlo deciso, non ebbero mai l’opportunità di riconoscere il vero Dio, la Sua santa legge, l’Evangelo di Gesù Cristo e la Sua grazia. Essi saranno oggetto della MISERICORDIA di Dio, come proveremo meglio più avanti.

 

Giudicabili solo dopo che saranno risuscitati

E’ scritto che “Dio giudicherà il giusto e l’empio poiché c’è un tempo per il giudizio di qualsiasi azione e, nel luogo fissato, sarà giudicata ogni opera”. (Ecclesiaste 3:17, Nuova Riveduta). E’ altresì scritto che “TUTTI dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto, sia in bene sia in male (2 Corinzi 5:10). Questo non accade al momento del decesso, ma avverrà “nell’ultimo giorno” della storia umana, cioè nel giorno del “giudizio finale” (Matteo 10:15, Giovanni 6:40).

Iddio rivela che i morti non sono vivi, né in cielo. “Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figlio dell’uomo” (Giovanni 3:13). La dottrina dell’immortalità dell’anima non è biblica e contraddice la promessa divina circa la risurrezione dell’ultimo giorno. I morti quindi sono morti e sepolti, non sono vivi in cielo. Dove sono allora? Nello Sceol, dove non c’è alcuna retribuzione, perché quivi, Dio rivela, “non c’è più lavoro, né pensiero, né conoscenza, né sapienza” (Ecclesiaste 9:5,10). Essi dormono “nella polvere della terra” nell’attesa di essere risvegliati e ricomposti nell’ultimo giorno, il giorno del Giudizio (Daniele 12:2). Secondo la Parola di Dio, tutte le generazioni passate sono morte e sepolte e sarebbero definitivamente perse, se Iddio non le risuscitasse nell’ultimo giorno (1 Corinzi 15:17-24).

Questa grande verità significa che, per ricevere la retribuzione divina, i morti dovranno prima essere risuscitati. L’espressione “tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo”, come leggesi in 2 Corinzi 5:10, include tutte le generazioni passate e ciascuno avrà la sua retribuzione, “ma ciascuno nel proprio ordine: Cristo la primizia, poi coloro che sono di Cristo alla sua venuta. Poi verrà la fine, quando rimetterà il Regno nelle mani di Dio Padre, dopo aver annientato ogni principato e potestà e potenza” (1 Corinzi 15:23-24). Abbiamo provato che, alla fine, il resto dei morti sarà risuscitato per comparire davanti al tribunale di Cristo.

Il tribunale di Cristo non condannerà tutti a priori

Tristemente, molti insegnano un Dio ingiusto, credendo, erroneamente, che alla fine dei mille anni, Cristo risusciterebbe il resto dei morti per condannarli tutti subito e indiscriminatamente, senza cioè dare un periodo di prova, né alcuna possibilità di ravvedersi, a quelli che non erano mai stati illuminati né avevano commesso il peccato imperdonabile contro lo Spirito Santo.

I tribunali umani non esistono forse per accertare la colpa o il dolo, o per dare una possibilità di riscatto, e mai senza prima un periodo probatorio e giudiziale? Il tribunale di Cristo non sarà meno giusto di quelli umani. Quale sarà dunque il destino del resto dei morti? Iddio li risusciterà per dare a tutti loro la stessa retribuzione? Li condannerà cioè tutti nel fuoco inestinguibile senza distinguere chi ha peccato volontariamente e chi invece per ignoranza? Assolutamente no.

Quelli che hanno peccato deliberatamente contro lo Spirito Santo sono già stati condannati dal Tribunale di Cristo durante la loro vita di ribellione. Tutti gli altri, che hanno peccato senza aver mai conosciuto pienamente la legge di Dio, saranno sottoposti al periodo probatorio e giudiziale del tribunale di Cristo quando saranno risuscitati alla fine dei mille anni.

Le Scritture fin qui verificate affermano chiaramente che quelli che hanno operato bene, rispondendo alla santa chiamata di Dio, saranno risuscitati a vita eterna, all’inizio dei mille anni, per governare il mondo durante il giorno millenario di Cristo e oltre. Essi riceveranno la salvezza grazie la fede in Cristo che esonera dal giudizio divino. L’immortalità è infatti un dono che essi erediteranno attraverso il ravvedimento e il ricevimento dello Spirito Santo nella propria vita (Romani 2:7), ma il potere di governare sul mondo sarà la loro retribuzione, il loro premio. Quale sarà, però, la retribuzione per il “resto dei morti”, di tutti quelli cioè che hanno operato male senza conoscere appieno la legge di Dio? Essi saranno giudicati dal tribunale di Cristo, il quale terrà presente che non tutti hanno operato male volontariamente, al punto da meritare la condanna eterna. Il giudizio divino su questo genere di persone avverrà soltanto dopo che saranno fatti usciti dalle “tenebre” attraverso la conoscenza della legge divina e la fede in Gesù Cristo e nel Suo Vangelo (Giovanni 12:46). Ricordiamo sempre che ciò potrà avvenire solo dopo che saranno risuscitati corporalmente, alla fine dei mille anni.

La maggior parte dell’umanità è stata vittima, schiava del peccato e della morte, separata da Dio a causa della disobbedienza di Adamo ed Eva, non per una propria scelta. Basti pensare che Dio, nel Suo disegno di illuminare ciascuno a suo tempo, ha deliberatamente impedito nel corso dei secoli passati che molte popolazioni, come quelli dell’Asia, udissero il Vangelo (Atti 16:6). Essi sono morti senza aver mai avuto l’opportunità di conoscere il nome di Gesù Cristo, “l’unico nome che sia stato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12). Li Iddio li condannerà tutti nel fuoco inestinguibile senza aver prima dato loro una opportunità di riscatto?

Quale sarà allora la retribuzione di tutti quelli che non ebbero mai l’opportunità di conoscere la santa legge di Dio Padre e il Vangelo del Suo Cristo? Nella Sua misericordia e giustizia perfetta, Iddio li retribuirà dando loro la meravigliosa opportunità di salvezza. Come? Risuscitandoli temporaneamente a vita fisica e aprendo i loro occhi alla verità, affinché possano finalmente scegliere se vivere la santa legge del Padre Eterno, ravvedersi dei propri peccati e ricevere, a loro volta, lo Spirito Santo, il dono della vita eterna mediante la fede nel supremo sacrificio dell’Unigenito di Dio, Gesù Cristo. Alla fine Iddio retribuirà con la morte eterna quelli che non sapranno far tesoro di codesta opportunità, ma non mancherà di donare la salvezza eterna a quanti, ravveduti, accetteranno e vivranno la Sua santa via.

“Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra. La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro. E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi [cioè risuscitati] davanti al trono. I libri furono aperti” – essi finalmente conosceranno i libri che compongono la Parola di Dio, la Bibbia – “e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere” (Apocalisse 20:11-12). Una volta risuscitati, le loro menti avranno finalmente il giusto intendimento, acquisteranno la conoscenza del vero Dio leggendo la Bibbia e saranno per la prima volta giudicati in base all’uso che faranno della verità loro acquisita.

Il giudizio della coscienza umana, da sola non basta

Alcuni citano la Scrittura di Romani 2:11-16 per insegnare l’eresia secondo la quale tutti quelli che non conobbero la legge di Dio sarebbero già giudicati, degni di eterna condanna o di vita eterna, dalla loro stessa coscienza umana. Che assurdità!

La verità è che ogni giudizio veramente oggettivo richiede il “discernimento” delle azioni buone o cattive di chi è oggetto del giudizio. Il giudizio finale di Dio nei confronti di quelle generazioni che non conobbero la legge divina, dipenderà principalmente da come quelli si comporteranno dopo che sarà loro dato di conoscere appieno la legge divina e l’evangelo di Cristo.

Il giudizio della sola coscienza umana non basta, perché spesso è diverso dal giudizio di Dio. E’ vero che la natura umana può a volte adempiere la legge di Dio senza saperlo, come, ad esempio, l’amore dei genitori per i propri figli o l’onorare il padre e la madre. E’ anche vero però che, fuori dall’Eden, quasi tutti i discendenti di Adamo ed Eva non ebbero la conoscenza del vero Dio e dei Suoi primi quattro comandamenti, e vissero nel peccato nella maggior parte dei casi senza rendersene conto. E’ quindi sbagliato credere che proprio TUTTI quelli che non hanno la legge di Dio, fanno “per natura” le cose di Dio. Questo accade solo parzialmente.

Per capire correttamente le parole dell’apostolo Paolo occorre leggerlo fino in fondo. Egli ha voluto spiegare semplicemente che, anche se Iddio ha dato a tutti gli uomini un livello di coscienza che li porta ad auto giustificarsi o ad avere il senso di colpa, alla fine, Paolo conclude dicendo che RIMANE COMUNQUE, nel disegno divino, il “giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini PER MEZZO di Gesù Cristo, SECONDO IL VANGELO” (Romani 2:16). In altre parole, spesse volte il giudizio della coscienza umana è errato, e in ogni caso la coscienza dell’uomo da sola non basta!

Tutti gli esseri umani di tutti i tempi dovranno imparare a “fare richiesta di una buona coscienza” non a se stessi ma a Dio (1 Pietro 3:21). Infatti, se bastasse soltanto il giudizio della coscienza umana, come se quelli che non hanno la legge di Dio potessero ugualmente entrare nel regno di Dio attraverso le loro fedi e tradizioni umane, allora non avrebbero alcun senso la santa chiamata di Dio, né la Sua Parola, né la Pasqua di Cristo, né il richiamo al ravvedimento, né l’esistenza di un “piccolo gregge” erede del Regno, come invece Dio richiede.

Non tutti avranno la stessa retribuzione

Torniamo a considerare tutte le popolazioni della Cina, dell’India, dell’Africa e di molte altre regioni che, nei tempi remoti, vissero con religioni diverse e diametralmente opposte alla volontà di Dio Creatore, non per propria scelta o decisione. Sono condannabili come quelli che non hanno creduto in Cristo dopo aver udito la Sua Parola o il Suo Vangelo? o non è invece necessario che siano risvegliati dalla morte affinché, come gli altri, giungano alla conoscenza del vero Dio attraverso l’obbedienza che deriva dalla fede in Cristo?

E’ scritto che “presso Dio non v’è parzialità”. Infatti … NON coloro che odono la legge sono giusti presso Dio, ma coloro che mettono in pratica la legge saranno giustificati” (Romani 2:11-13). Iddio dona il Suo Spirito Santo soltanto a coloro che osservano i Suoi comandamenti per fede (Giovanni 14:15-17, Atti 5:32).

Prima dell’eventuale condanna, quindi, essi dovranno conoscere pienamente l’eterna e santa legge di Dio e scegliere se viverla o rigettarla. Su questa base Iddio li giudicherà e li retribuirà.
Dio non ha mai giudicato degno di condanna definitiva quelli che non hanno mai conosciuto i Suoi comandamenti, la Sua eterna e santa legge. E individui spiritualmente ciechi sono stati la maggioranza nel corso dei millenni. Perciò Gesù ha detto: “…Io non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo” (Giovanni 12:47). Il mondo al quale si riferisce Gesù è anche quello delle generazioni di tutti i tempi che non ebbero l’occasione di conoscere la via che conduce alla vita eterna.

E’ scritto: “Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come alcuni credono che egli faccia, ma è paziente verso di noi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti vengano a ravvedimento” (2 Pietro 3:9). Questo desiderio di Dio si applica anche a quelli che saranno risuscitati alla fine dei mille anni. Le antiche generazioni potranno giungere al ravvedimento soltanto mediante la loro risurrezione e il loro scoprire la conoscenza dell’eterna e santa legge di Dio, perché solo “mediante la legge è data conoscenza del peccato” (Romani 3:20), così come soltanto mediante la fede nel sacrificio di Cristo e il ravvedimento dei propri peccati potrà essere loro donata la salvezza; è un processo indispensabile.

La legge di Dio riflette l’eterna volontà di Dio, rivelata direttamente da Dio a pochissime persone come Noè, Abramo, Isacco e Giacobbe, i quali trasmisero quella legge oralmente alle loro famiglie e ai loro discendenti. La legge spirituale di Dio fu poi scritta con dito di Dio su tavole di pietra, al tempo di Mosè, e soltanto per i figli d’Israele. Tutti gli altri popoli d’ogni altra razza e lingua, i cosiddetti “Gentili”, vissuti fin dal tempo di Adamo ad oggi, senza conoscere appieno la legge spirituale di Dio e, quindi, senza potersi rendere conto che il peccato che genera sofferenza e morte è la violazione di quella legge spirituale (Romani 6:23, 1 Giovanni 3:4). Essi hanno peccato per colpa, non per dolo. Essi sono tutte le generazioni passate di tutte le razze che, senza averlo deciso, vissero e morirono in un mondo già invaso dal peccato, senza mai aver avuto l’opportunità di conoscere la santa legge di Dio e la testimonianza della predicazione dell’Evangelo di Gesù Cristo. Tutti questi morti saranno risuscitati, alla fine dei mille anni, non per essere condannati a priori, ma per essere giudicati se degni di condanna o di salvezza, in base all’uso che faranno della legge di Dio e della fede in Cristo.

Risurrezione post millenaria: possibilità di salvezza per i Gentili

Gesù disse ad alcuni scribi e farisei che non credevano alla sua messianicità: “Questa malvagia e adultera generazione chiede un segno, ma nessun segno le sarà dato, se non il segno del profeta Giona … I Niniviti risorgeranno nel giudizio con questa generazione e la condanneranno, perché essi si ravvidero alla predicazione di Giona; ed ecco, qui c’è uno più grande di Giona” (Matteo 12:38:41).Gesù aggiunse: “La regina del mezzogiorno risusciterà nel giudizio con questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per udire la sapienza di Salomone; ed ecco, qui c’è uno più grande di Salomone” (versetto 42).

Gesù disse: “In verità vi dico che, nel giorno del giudizio, il paese di Sodoma e di Gomorra, sarà trattato con più tolleranza di quella città” (Matteo 10:15). «Guai anche te, Corazin! Guai a te, Betsaida! Perché se in Tiro e Sidone fossero state fatte le opere potenti che sono state compiute tra di voi, già da tempo si sarebbero pentite con sacco e cenere” (Matteo 11:21).

Le suddette Scritture provano che, nella Sua misericordia, Dio risusciterà tutti gli antichi abitanti di Sodoma, Gomorra, Ninive, Tiro e Sidone e di altre regioni del mondo per dare a loro l’opportunità di conoscere e apprezzare la Sua santa legge e il sacrificio che Cristo ha fatto per loro, di pentirsi dei propri peccati e di essere eventualmente salvati. Essi potranno avere questa possibilità solo mediante una risurrezione fisica e temporanea, perché, come la Bibbia afferma, i morti non sono né consapevolmente vivi né in cielo. Gesù rivela che essi saranno risuscitati nel giorno del giudizio, alla fine dei mille anni (Apocalisse 20:5, 11-12).

Possibilità di salvezza anche per le tribù perdute di’Israele

Inoltre, Iddio darà la possibilità di salvezza anche a tutti quegli antichi Israeliti che non ebbero l’opportunità di conoscere il Messia, ma vissero praticando principalmente delle leggi levitico-ritualistiche che, soltanto dopo il sacrificio di Cristo, si è capito che avevano il compito di prefigurare il futuro sacrificio del Messia e non il potere di purificare la coscienza del peccatore. Anche gli antichi Israeliti perciò saranno risuscitati fisicamente perché possano finalmente conoscere Cristo (Ezechiele 37).

Anticamente Iddio si rivelò soltanto a poche persone, come Noè, Abramo, Mosè, Giosuè, Davide, Elia e gli altri santi profeti. Molti discendenti delle dieci tribù dell’antico regno d’Israele nacquero e vissero come popoli idolatrici senza rendersene conto a causa della disobbedienza dei loro antenati. Vissero nell’idolatria e morirono senza aver mai realmente conosciuto la loro identità israelitica né la Bibbia. Nacquero, vissero e morirono in un mondo già invaso dal peccato. Non è stata una loro scelta personale. Hanno peccato nella maggior parte dei casi contro il Creatore come tutti gli altri ma senza rendersene pienamente conto; non hanno quindi commesso il peccato imperdonabile; sono perciò da salvare come gli altri e quest’opportunità sarà loro data, come proveremo più avanti.

Iddio rivela chiaramente che “Sion sarà salvata mediante il giudizio,
e quelli che in lei si convertiranno saranno salvati mediante la giustizia” (Isaia 1:27). “Infatti”, l’apostolo Paolo scrisse ai Romani in questi termini: “Fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è prodotto in una parte d’Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri; e alla fine tutto Israele sarà salvato…” (Romani 11:25-26). Notare che ciò accadrà “alla fine”. Gli antichi Israeliti saranno evangelizzati dai santi alla fine dei mille anni. Non potrebbe essere diversamente, perché “la fede viene dall’udire e l’udire si ha per mezzo della parola di Cristo” (Romani 10:17). Una volta risuscitati alla fine dei mille anni, essi conosceranno la parola di Cristo per mezzo dei santi che saranno stati glorificati fin dall’inizio dei mille anni.

Gesù ha detto: “Nessuno può venire a meno se non è chiamato dal Padre” (Giovanni 6:44). In altre parole, fino ad oggi, il Padre Eterno non ha aperto gli occhi a tutti ma soltanto a delle primizie di essere umani. Tutti gli altri sono stati lasciati nell’ignoranza, ottenebrati dal “velo che copre la faccia della terra”. Questa “coltre”, che ha tenuto quasi tutte le generazioni nelle tenebre spirituali, impedendo loro di conoscere il Cristo o di venire a Lui, sarà distrutta nel cosiddetto “Giorno del Signore”, che durerà mille anni e oltre (Isaia 25:7).

Il giudizio e la condanna non sono la stessa cosa.

Molti credono erroneamente che la “condanna” e il “giudizio” siano la stessa cosa. Ma non è così. Giudizio e condanna non sono sinonimi, né contemporanei. Qualsiasi giudizio degno di giustizia richiede del TEMPO per pesare i pensieri, le scelte e le opere di quelli che sono oggetto del giudizio. Dalle Scritture bibliche si evince che il GIUDIZIO post millenario sui salvabili durerà 100 anni, come vedremo più avanti.

Il dono della vita eterna o l’esecuzione dell’eterna condanna può venire soltanto DOPO un periodo di giudizio divino, un giudizio che Gesù Cristo esercita già su quanti sono chiamati da Dio Padre, ma che non ha ancora iniziato ad esercitare sulle popolazioni attuali, né su quelle passate che, senza averlo fatto apposta, non hanno mai conosciuto la legge di Dio e l’Evangelo di Cristo. Tutte queste persone non hanno commesso il peccato imperdonabile contro lo Spirito della verità, perché non l’hanno mai conosciuto.

D’altro canto, quelli che hanno ricevuto e poi disprezzato lo Spirito della verità, bestemmiando Iddio, convinti di aver eluso il Suo Giudizio, saranno risuscitati alla fine del GIUDIZIO post millenario per essere oggetto della condanna eterna, perché già giudicati e degni di condanna durante la loro vita precedente. “Perché quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire, se peccano volontariamente [se scelgono deliberatamente il peccato come stile di vita], è impossibile rinnovarli da capo a ravvedimento, poiché crocifiggono di nuovo per conto loro il Figlio di Dio, e lo espongono ad infamia” (Ebrei 6:4-6). Per quale motivo Iddio li risusciterà? Per chiudere i conti con loro, e per dare a tutto il Creato un esempio, un ricordo eterno della giustizia perfetta di Dio.

E’ importante ricordare che la Bibbia rivela che tutti i morti, inclusi quelli che ebbero lo Spirito Santo di Dio, sono fino ad oggi morti e sepolti, non sono né consci né in cielo (Ecclesiaste 9:5). Molte Scritture rivelano che lo spirito dei morti “dorme”, nell’attesa di essere risvegliato mediante la risurrezione dell’ultimo giorno, cioè alla fine dei mille anni. Non tutti però avranno lo stesso trattamento.

Come abbiamo spiegato sopra, i morti nell’ignoranza saranno risuscitati come esseri mortali, sulla terra, per essere giudicati da Dio in base all’uso che faranno della piena verità a loro rivelata alla fine di quei mille anni. Nella Sua misericordia Iddio darà loro l’opportunità di conoscere la Sua santa legge, apprezzare il sacrificio che Cristo ha compiuto anche per loro, di pentirsi dei propri peccati e di essere possibilmente salvati. Essi potranno avere questa possibilità solo mediante una risurrezione, perché, come la Bibbia afferma, fino ad oggi, non sono né consapevolmente vivi né in cielo. Gesù rivela che essi saranno risuscitati nel giorno del giudizio, alla fine dei mille anni (Apocalisse 20:5, 11-12).

Oggi non è l’unico giorno di salvezza

E’ confortante sapere che alle generazioni passate, a molti dei nostri antenati, che mai ebbero la possibilità di conoscere la verità, sarà data una possibilità di salvezza alla fine dei “mille anni”, mediante una risurrezione ed evangelizzazione da parte della Chiesa glorificata. L’Evangelo del regno deve, infatti, deve essere predicato “a ogni creatura”, quindi anche alle generazioni passate, attraverso una loro futura risurrezione. La predicazione del Vangelo di Cristo è quindi una missione della Chiesa di Cristo per evangelizzare sia le nazioni liberate da Satana durante gli ultimi “mille anni” della storia umana sia per “il rimanente dei morti” che saranno risuscitati per il Giudizio alla fine di quei mille anni.

Gesù ha detto che il Suo Vangelo “sarà predicato a ogni creatura” (Marco 16:15), quindi anche a tutte le generazioni passate, decedute senza aver scelto di morire nell’ignoranza del Vangelo. Alcuni di loro possono aver compiuto qualche opera buona durante la loro vita, ma questo non basta per entrare nel regno di Dio. Perché? Un giovane ricco domandò a Gesù, “Signore, cosa devo fare per avere la vita eterna?” Gesù rispose: “Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti” (Matteo 19:17). Ma quel giovane, udito ciò, se ne andò. Occorre quindi scoprire i veri comandamenti di Dio e imparare a metterli in pratica con piena fede in Cristo.

Gli esseri umani carnali, che non hanno ancora conosciuto i comandamenti di Dio e li trasgrediscono senza saperlo, pagano comunque con la morte, il salario del peccato (Romani 2:12; 6:23). Non hanno commesso il peccato imperdonabile contro lo Spirito Santo, da meritare una condanna eterna, ma NON sono però nemmeno approvati da Dio, né possono entrare nel regno di Dio, fino a quando non sarà illuminato e non avrà fatto dimorare lo Spirito di Cristo dentro di sé. E’ scritto, infatti, che “se uno non ha lo Spirito di Cristo, NON appartiene a Lui” (Romani 8:9). Le generazioni passate devono quindi essere risvegliate dal sonno della morte e dell’ignoranza spirituale affinché essi giungano alla conoscenza di Gesù Cristo e del Suo Vangelo. Soltanto allora essi potranno essere giudicati degni del dono della vita eterna oppure della cosiddetta “morte seconda”, secondo la via che decideranno di scegliere. Ricordiamo che, secondo le Scritture bibliche citate in precedenza, i morti sarebbero definitivamente persi se non fossero risuscitati alla fine dei tempi ovvero nell’ultimo giorno. I morti non hanno ancora l’anima immortale. Fino ad oggi soltanto Dio ha l’immortalità (1 Timoteo 6:16). I morti potranno ereditare l’immortalità soltanto dopo essere risuscitati e usciti dalle “tenebre” attraverso la conoscenza della legge divina e la fede in Gesù Cristo (Giovanni 12:46, Romani 2:7).

Il vero Dio è misericordia e giustizia perfetta, non dimentica nessuno, nemmeno i morti, e donerà a tutti pari opportunità di salvezza. Così, quando i sodomiti e tutti gli altri popoli che sono morti nel peccato e nell’ignoranza di Cristo saranno risuscitati fisicamente, Dio li illuminerà facendo loro aprire e comprendere per la prima volta “i libri” biblici, ed essi saranno “giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le opere loro” (Apocalisse 20:11-12).

Saranno giudicati in base all’uso che faranno della loro novizia conoscenza del Signore. Infatti, anche per loro varrà il principio che “la fede viene dall’udire la Paola di Dio” (Romani 10:17). “Poiché non c’è distinzione fra il Giudeo e il Greco, perché uno stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano”. Infatti, è anche scritto che “chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato”. Come dunque invocheranno il Cristo che non hanno mai conosciuto? “E come crederanno in colui del quale non hanno udito parlare?” (versetti 12-14). Essi udranno la predicazione dei santi; riceveranno il Vangelo di Cristo direttamente dai santi risuscitati nella gloria e non da una chiesa umana (Romani 6:2).

Bisogna ricordare che, alla fine del millennio, Dio non condannerà tutti indiscriminatamente. Occorre riflettere sul profondo significato delle suddette Scritture e sulle loro implicazioni. Tutte le generazioni passate (non solo europei, ma anche orientali, africani, etc.) nacquero e vissero nelle tenebre spirituali, in una terra invasa dal peccato senza averlo scelto; essi morirono nel peccato ovvero nell’IGNORANZA dell’unico Essere (Gesù Cristo) che può salvarli. Ora, credi tu che Cristo li ha già giudicati degni di condanna? Non dovresti invece credere quello che la Bibbia dice chiaramente? Iddio, giusto e misericordioso quale Egli è, non li risusciterà fisicamente per dare anche a loro la possibilità di scegliere la via della salvezza eterna? Certo che lo farà! Noi vediamo che, perfino attraverso le Sue sante feste, Iddio promette davvero per ogni creatura delle generazioni passate un’opportunità di salvezza eterna mediante la risurrezione del loro corpo e la predicazione del Vangelo.

Il Giudizio post millenario: la Festa biblica dell’ottavo giorno

La possibilità di salvezza per tutti i morti nell’ignoranza spirituale è rivelata non soltanto nella Scrittura di Apocalisse 20:5, ma anche dalla festa biblica dell’Ottavo Giorno, seguente ai sette giorni dellafesta delle Capanne, come troviamo in Levitico 23:36: “Per sette giorni offrirete al SIGNORE dei sacrifici consumati dal fuoco. L’ottavo giorno avrete una santa convocazione e offrirete al SIGNORE dei sacrifici consumati dal fuoco. È giorno di solenne assemblea; non farete nessun lavoro ordinario”.

Perché questa festa dell’ottavo giorno? Che cosa prefigurava? Prefigurava e continuano a prefigurare il “giorno del giudizio” che avrà luogo alla fine del settimo millennio della storia umana!  E i sacrifici di animali, dobbiamo farli? Non sono più necessari, perché superati dal supremo sacrificio di Gesù Cristo. Tuttavia, da notare che quei “sacrifici consumati col fuoco” prefiguravano non soltanto il supremo sacrificio di Cristo ma anche il fatto che i morti, per essere salvati, dovranno prima essere risuscitati e dare prova di voler sacrificare il proprio ego, mettendo a morte con Cristo il loro stile di vita peccaminoso. E’ scritto: Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale” (Romani 12:1). Questa esortazione vale per tutti i tempi, anche per i morti che saranno risuscitati alla fine dei mille anni.

La festa dell’ottavo giorno, segue i sette giorni della festa delle Capanne, detta anche deiTabernacoli. “Celebrerete una festa all’Eterno per sette giorni; il primo giorno sarà di riposo, e l’ottavo giorno sarà pure di riposo” (Levitico 23:39). Le feste date all’antica Israele erano l’ombra di cose che dovevano accadere, ma sono tutt’ora una prefigurazione delle cose che devono ancora venire” (Colossesi 2:17, Nuova Diodati -Se desideri avere le prove scritturali sull’attuale validità delle feste bibliche, contattaci.)

 

Da notare che, durante il Vecchio Patto, gli Israeliti erano tenuti a fare la loro circoncisione e purificazione della carne nell’ottavo giorno (Levitico 12:3; 14:23). Perché nell’ottavo giorno? Per indicare che anche il resto dei morti avrà una possibilità di purificazione spirituale e di salvezza. Quando? Nell’ottavo giorno della storia umana, ovvero alla fine dell’era presente di settemila anni, rappresentata dalla settimana di sette giorni (Salmi 90:4, 2Pietro 3:8),

 

La festa dell’ottavo giorno ha, come le altre feste bibliche, un valore sia commemorativo sia profetico. La nostra osservanza di questa festa ci rende profezia vivente e partecipe dell’amore di Dio per il recupero e la salvezza delle generazioni passate, affinché siano anche loro partecipi dei “nuovi cieli e della nuova terra” che Iddio vuole farci ereditare.

 

I libri biblici e il libro della vita saranno aperti

 

Il resto dei morti, risuscitati fisicamente nell’ottavo giorno (alla fine debgli ultimi mille anni), avranno i libri della Bibbia finalmente aperti ai loro occhi e conosceranno la verità, il vero Dio, ed essi saranno giudicati in base all’uso che faranno della verità a loro rivelata. “Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra. La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro. E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi [cioè risuscitati] davanti al trono. I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere” (Apocalisse 20:11-12).

 

Quelli che accetteranno il Cristo e la santa via di Dio Padre, riceveranno il dono dell’immortalità. Quelli che invece rigetteranno la verità e lo Spirito Santo, subiranno la cosiddetta “morte seconda”, da cui non potrà più esserci opportunità di resurrezione o salvezza eterna. Subiranno, in altre parole, la stessa sorte di quegli altri che in passato hanno ricevuto lo Spirito Santo e poi lo hanno rigettato. Per questi ultimi non sarà necessario aprire nuovamente i libri della Bibbia, perché hanno ben conosciuto la verità e, come il diavolo, l’hanno disprezzata e bestemmiata. “Infatti, se noi pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati,  ma soltanto una spaventosa attesa di giudizio e un ardore di fuoco che divorerà gli avversari…” (Ebrei 10:26-27). “E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco” (Apocalisse 20:15).

 

Alla fine, tutta la superficie della terra sarà “purificata col fuoco” (2 Pietro 3:7), dando inizio a “nuovi cieli” e ad una “una nuova terra”, una dimora edenica eterna, abitata esclusivamente da esseri umani diventati “figli di Dio immortali” e dotati di corpi gloriosi simile a quello di Gesù Cristo (Romani 8:17).

 

Come rivelato, “Poi verrà la fine, quando rimetterà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo aver annientato ogni dominio, ogni potestà e potenza. “… Bisogna infatti che Cristo regni, finché non abbia messo tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico che sarà distrutto è la morte” (1 Corinzi 15:25-26).

 

Il non credere che Iddio risusciterà i morti per dare loro un’opportunità di salvezza equivale ad avere una visione distorta della giustizia e misericordia di Dio, una fede egoistica concentrata sulla propria salvezza personale soltanto. Quelli che credono che Iddio risusciterà anche tutte le generazioni passate per poterle salvare, hanno invece vera fede nelle promesse di Cristo e lo stesso amore che Dio ha per la Sua creazione.

 

I veri fedeli anelano alla medesima santità e gloriosa eredità di Cristo, saranno risuscitati in gloria e, divenuti coeredi di Cristo (Romani 8:17), avranno il compito di far conoscere il Vangelo di Cristo a tutte le popolazioni che ripopoleranno la terra, sia durante gli ultimi “mille anni” della storia umana, sia alla fine di quei mille anni, per dare anche al resto dei morti, allora risuscitati, la meravigliosa verità di Dio e una inestimabile opportunità di salvezza eterna.

 

Tutto questo accadrà alla fine del millennio, nell’ottavo giorno, dedicato al giudizio finale del grande trono bianco di Dio. Non vorresti esserci anche tu a salvare il resto dei tuoi cari defunti?

 

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