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Il dibattito sull’interrogativo più cruciale: Dio esiste?

Secondo la rivista The Economist, «Il dibattito sulla creazione e sull’evoluzione, un tempo prerogativa dell’America, sta diventando globale» (21 aprile 2007, pag. 23).
Il conflitto tra i fautori della fede in un Dio Creatore e i sostenitori dell’ateismo come pure della teoria dell’evoluzione è testimoniato da riviste, da libri, film e programmi televisivi di tutto il mondo.
Il giornalista Jeff Jacoby della rivista Boston Globe ha commentato: «Non è necessario avere una fede particolare per trovare molto allarmante questo zelo ateo. Anche se la religione resta importante per il mondo occidentale, la passione per l’ateismo è in crescita ovunque» (15/12/2006). Lo stesso dicono altre riviste pubblicate nelle nazioni europee.

Un mare di contraddizioni

La nostra epoca è spesso contraddittoria, quando si tratta di sistemi di pensiero e di scelta dello stile di vita. Di pari passo alla diffusione, da parte di ateisti militanti, della teoria dell’evoluzione e della presunta inesistenza di Dio, notiamo anche una certa rinascita in campo religioso, specialmente in alcune parti del mondo, dove si crede che la creazione sia avvenuta attraverso un processo evolutivo generato da un Dio evoluzionista.
Di fronte a quest’ambivalenza molte persone si trovano di fronte ad un confuso insieme di scelte. Desideriamo perciò destare l’attenzione dei nostri lettori sul «consiglio di Dio» (Atti 20:27) come trascritto nella Bibbia per esporre «rettamente la parola della verità» (2 Timoteo 2:15) e vedere se la teoria dell’evoluzione può realmente essere credibile o meno.
Perché tutto questo è importante? Perché la verità è di fondamentale importanza. Quello che pensiamo di Dio e della Sua Parola influenzerà positivamente pensieri, valori morali e scelte di vita. Se lo rifiutiamo la nostra vita verrà seriamente penalizzata.

“Il sommo sacerdote dell’ateismo”

Molte cose sono state dette e vengono scritte tuttora sul professor Richard Dawkins di Oxford, la sua negazione di Dio e l’ostilità verso la religione in genere, specialmente contro il Cristianesimo. Oltre ad essere uno dei maggiori sostenitori della teoria evoluzionistica, egli è anche forse uno dei maggiori difensori dell’agnosticismo. Uno storico britannico lo ha chiamato “ayatollah dell’ateismo”. Altri lo hanno soprannominato “sommo sacerdote dell’ateismo”.
«Dawkins è quasi evangelico nel dire ai cristiani che sono stati traviati nella loro fede» (John Preston, The Sunday Telegraph, 17 dicembre 2006). Anche chi si oppone con veemenza alle sue convinzioni riconosce, in generale, che il professore ha destato scalpore con i suoi libri antireligiosi. Durante un recente viaggio via nave e ferrovia dall’Inghilterra all’Irlanda del Nord e ritorno, ho incontrato almeno due persone intente a leggere uno dei suoi libri. Per caso ero seduto di fronte ad un uomo d’affari ed è seguita presto una conversazione sul libro. Si è dimostrata una conversazione amichevole in cui io ho sottolineato, spero in modo pacato, alcune mancanze nel pensiero dell’autore.
Dawkins ha iniziato la sua campagna aggressiva con un documentario televisivo intitolato “La radice di tutti i mali”. Cosa intendeva per “male“? Niente di meno che la religione in generale e il Cristianesimo in particolare. Ma il professore non è l’unico portavoce ateo che vuole veder sconfitta la fede in Dio Creatore. «Ateisti britannici di spicco si sono confrontati con i difensori della fede in un dibattito pubblico gridando che “Sarebbe bene smetterla con la fede”… Il pubblico ha dato un’ampia vittoria agli ateisti» (The Wall Street Journal, 12/4/ 2007).
Ma c’è veramente qualcuno che pensa seriamente di farla finita con la fede? Come il vicedirettore del Times  londinese ha sottolineato: «Le due guerre mondiali del 20° secolo non furono certamente religiose… Fu un’ideologia etnica contorta quella che animò il nazismo ed è importante notare che lo scampato conflitto (la guerra nucleare contro l’Unione Sovietica), che avrebbe messo in ombra le due guerre, si sarebbe scatenato nel nome dell’ateismo militante» (The Times, 22/12/2006). Fu anche il comunismo ateo e anticlericale a sterminare decine di milioni di persone nell’Unione Sovietica di Stalin, nella Cina di Mao Tse Tung e nella Cambogia di Pol Pot, senza contare ulteriori milioni di individui imprigionati e impoveriti da questa ideologia non meno aberrante e distruttiva del nazismo.
Quelli che credono alla Bibbia, d’altra parte, sono stati  storicamente fra i primi a sradicare schiavitù, povertà, fame e malattie in tutto il mondo. Basti pensare che la maggioranza degli ospedali nel mondo occidentale è stata realizzata grazie a organizzazioni religiose, lo stesso dicasi per molte università famose in tutto il mondo.
Come il filosofo britannico conservatore Roger Scruton ha ben riassunto: «Richard Dawkins è convinto che la fede sia una malattia infettiva che diffonde l’intolleranza e i conflitti. In realtà… la fede è la nostra principale fonte di amore e di pace» (The Spectator, 14/01/2006, pag. 24). Un altro scrittore, Alister McGrath, professore di teologia storica all’università di Oxford nota che «Richard Dawkins attacca le credenze delle persone religiose… ma il suo impegno a studiare la teologia è superficiale (Dawkins’ God, 2005, pag. 83).

Erudizione e religione 

Secondo Dawkins  «esiste una forte correlazione fra religione ed erudizione: più le persone sono istruite, meno sono credenti» (Financial Times, 16-17/12/2006, pag. 16). Sebbene l’affermazione sia in parte veritiera, non ci deve sorprendere considerando i fondamenti materialistici dilaganti nella maggioranza delle università.
Ma è spontaneo porsi questa domanda, ossia, possiamo essere veramente istruiti senza considerare la realtà di un Dio Creatore? Nonostante il successo dell’istruzione evolutiva, il professore non è per nulla soddisfatto nemmeno della scolarità elementare che enfatizza in modo particolare il laicismo. Secondo un rapporto recente «starebbe pensando di portare la sua lotta contro Dio nelle classi riempiendo le scuole di letteratura irreligiosa» (The Sunday Times, 19 novembre 2006, pag. 5).
Analogamente i teorici dell’evoluzione in tutto l’Occidente lottano tenacemente per mantenere il monopolio sui curricula scientifici nelle scuole a tutti i livelli, rifiutando di menzionare concetti come il “disegno intelligente” per paura che emergano i numerosi errori della teoria evolutiva. Tuttavia di che tipo di approccio si tratta? E’ imparziale e compatibile con il metodo scientifico accettato di sottoporre le teorie all’esame di tutte le parti? Questi evoluzionisti vogliono tenere il monopolio sulle menti degli studenti, senza alcuna possibilità di confronto.
In termini di “rieducazione” delle popolazioni occidentali, a partire dagli americani, il libro ateista “Letter to a Christian Nation” (Lettera a una nazione cristiana), di Sam Harris, dottore in filosofia presso l’università Stanford, è sulla lista bestseller dei libri di genere non narrativo negli Stati Uniti. Lo scrittore afferma che «istruire i nostri figli a credere di essere cristiani, musulmani o ebrei è un’oscenità ridicola» (2006, pag. 88). Deridendo il credo religioso degli americani prosegue: «Il nostro paese sembra un gigante goffo, bellicoso e stupido. Chiunque abbia a cuore il destino della civiltà farebbe bene a riconoscere che la combinazione di potenza e stupidità è semplicemente terrificante» (p.xi). Nella sua conclusione Harris dice di essere «ammutolito dalla negazione dei cristiani della realtà tangibile, dalla sofferenza creata in nome di miti religiosi e dall’attaccamento ad un Dio immaginario» (pag. 91). Il libro più recente di Harris è intitolato “The End of Faith” (La fine della fede),  dove afferma: «Ogni credo insegna proposizioni di cui non ha prove» (2006, pag. 23). Ma si tratta di affermazioni veritiere e credibili?
Troppe persone, a torto, considerano la religione come il principale responsabile di ogni ingiustizia umana nel mondo. Gerard Baker contrasta questa falsa posizione dicendo che «non è necessario essere credenti per avere una pericolosa inclinazione a fare il male» (The Times, 22/12/2006).

Gli atei conquistano il pulpito 

Secondo un articolo di Wall Street Journal del 20 aprile «l’indifferenza passiva alla fede sta lentamente svuotando anche le chiese d’Europa e il dibattito sulla religione è più intenso e stridente di quanto non lo sia stato in molti decenni». In tutto l’occidente sta in effetti dilagando la cultura ateista,  i cui fautori hanno già conquistato pulpito e immensa popolarità.
Le omelie delle grandi chiese trattano quasi esclusivamente di dottrine sociali e non più di dottrine spirituali e della via della salvezza eterna.
Alastair Campbell, portavoce delle comunicazioni di Tony Blair, ha parlato anche per l’Inghilterra quando ha affermato «Noi non creiamo Dio» (intendendo «Noi, a Downing Street, non ci occupiamo di Dio»). Gli inglesi ora vedono la religione con lo stesso imbarazzo creato un tempo solo dal sesso» (The Independent, 24/12/2006). Responsabili britannici dell’istruzione come Chris Woodhead, capo ispettore scolastico dal ’94 al 2000, hanno dichiarato che «le ore di religione non hanno alcuna validità, al punto che dovrebbero essere bandite» (The Sunday Times, 24/07/2005, pag. 11). Persino la comunità ebraica in Inghilterra ha fedeli atei/agnostici che sostengono di attenersi comunque ad alcuni aspetti dell’ebraismo. Una coppia, ad esempio, ha dato ai due figli gemelli un bar mitzvah «senza fede». Entrambi sono stati citati su un articolo di The Jewish Chronicle e hanno detto «Si può essere ebrei senza pregare un Dio in cui non si crede» (22 dicembre 2006, p. 20).
Secondo Niall Ferguson, professore ad Harvard e scrittore, la Gallup Millennium Survey of Religious Attitudes (Ricerca Gallup sui comportamenti religiosi) mostra che «poco meno del 20 per cento degli europei occidentali va in chiesa almeno una volta la settimana contro il 47 per cento dei nordamericani e l’82 per cento degli africani occidentali. Inoltre, circa il 15 per cento degli europei occidentali, nega l’esistenza di Dio» (The Daily Telegraph, 31/07/2005).

L’Occidente e la religione

Secondo l’agenzia Gallup, per il 35 per cento degli americani «la Bibbia è la parola infallibile di Colui che ha creato il mondo… anche se alcuni passaggi devono essere interpretati simbolicamente per portare alla luce la verità. Ma il 17 per cento dubita che la Bibbia sia stata ispirata da Dio» (The End of Faith, 2004, pag. 13, 17).
Il 17 per cento è un dato di una certa importanza, considerando che la popolazione statunitense è composta da 300 milioni di persone. Inoltre circa il 48 per cento degli americani considera molte parti della Bibbia, come Genesi 1 e 2, simboliche o metaforiche. Infine un sondaggio recente di ABC News ha rivelato che il 60 per cento degli americani crede alla creazione della terra in sei giorni.
L’allontanamento dalla Bibbia quale Parola di Dio avviene anche in certi ambienti religiosi italiani. Un alto prelato cattolico, come mons. Fisichella, rettore della pontificia Università lateranense, durante un convegno sulla multiculturalità e identità cristiana,  ha detto: «La nostra fede non è la religione del libro [la Bibbia]… La nostra fede è la religione della parola, e la scrittura non è tutta in essa» (L’Eco di Bergamo, 23/04/2002). Quest’affermazione rivela di per sé che il Cristianesimo fondato da Gesù duemila anni fa era certamente molto diverso da quello attuale, dal momento che, per cacciare via il diavolo tentatore nel deserto, Gesù faceva sempre riferimento a ciò che «sta scritto» nella Bibbia (Giovanni 4:1-10). Certamente quelli che pensano di poter fare a meno di ciò che «sta scritto» nella Bibbia, non possono essere più spirituali di Gesù o, altrimenti, non dovrebbero definirsi Suoi rappresentanti.
Nel nome dell’ecumenismo mondiale, sta purtroppo crescendo quasi in tutte le chiese il numero di predicatori che volgono la grazia di Dio in dissolutezza e che, per giustificare i loro comportamenti mondani o per assicurarsi il sostegno materiale di quella parte di società potente e corrotta, hanno cancellato o modificato a proprio piacere i comandamenti di Dio e insegnano la falsa idea che Gesù avrebbe abolito la legge di Dio.

I difensori della fede in Dio

Come soleva dire Winston Churchill, «la vita umana ha un grande scopo divino». In un discorso a entrambe le camere del Congresso americano egli affermò che «Bisogna essere proprio ciechi per non vedere quale importante disegno viene perseguito in questo mondo».
Il giornalista Melanie Phillips del Daily Mail ha sottolineato che «la religione è nel cuore delle ambizioni più grandi della nostra società perché consente allo spirito umano di elevarsi… E’ anche quest’eredità giudaico-cristiana che ci ha dato valori apprezzati anche dai laicisti, come i diritti e i doveri umani. «La fede ci dà un codice di vita grazie al quale diventiamo persone migliori… Il valore che noi occidentali diamo ad ogni individuo e al principio dell’uguaglianza si basa sul credo secondo cui siamo stati creati a somiglianza di Dio» (Daily Mail, 19 dicembre 2005).
Il cronista Jeff Jacoby ha scritto: «Senza Dio la differenza fra il bene e  il male diventa puramente soggettiva» (International Herald Tribune, 15 dicembre 2006). Alcuni scienziati pongono anche alcune domande relative al senso della vita. Secondo Martin Rees, ad esempio, presidente della Britain’s Royal Society: «Il mistero di maggiore rilevanza sottende al perché dell’esistenza di ogni cosa  e al soffio vitale presente nell’attualizzazione di equazioni che hanno reso possibile la vita nel cosmo reale. Tali interrogativi vanno oltre la scienza, sono campi di pertinenza di filosofi e teologi» (The Sunday Times, 24 dicembre, 2006).
Un articolo del 29 novembre, 2004 apparso su Time riporta: «L’universo sembra misteriosamente adatto all’esistenza della vita. Può trattarsi veramente di incidente?» Sempre sulla stessa rivista Francis Collins, direttore del Human Genome Research Institute scrive: «A mio parere le risposte fondamentali al senso della vita vengono non dalla scienza, ma dalla considerazione delle origini del nostro senso umano di bene e male e dai resoconti storici della vita di Cristo sulla terra» (15 agosto 2005, pag. 34).
E’ lunga la lista di scienziati illuminati e leader di ogni settore che si sono espressi a favore della fede in Dio e nella Bibbia quale Parola di Dio.
Un ateo può convincersi, dopo un attento esame delle prove che gli stanno dinnanzi? Succede! Alcuni anni fa «uno degli atei più noti dell’ultimo secolo cambiò opinione accettando l’esistenza di Dio.  Antony Flew, ora ottantenne professore emerito di filosofia presso la Reading University, le cui idee dell’ateismo hanno influenzato gli studiosi di tutto il mondo, si è convertito all’idea della presenza di una forma divina nell’universo» (The Sunday Times, 12/12/2004).
Ecco quanto ha affermato: «Mi sono convinto che è semplicemente fuori discussione il fatto che la prima forma vivente possa essersi evoluta da elementi inerti per poi svilupparsi in una creatura straordinaria». Il professore, pur avendo una visione evoluzinista, ha comunque riconosciuto un fatto scientifico fondamentale: la vita può essere originata solo dalla vita! La domanda è: Chi la possedeva prima della creazione? La Bibbia ci dice che il Padre Eterno, in quanto tale, ha sempre avuto e sempre avrà vita in Sé stesso (Giovanni 5:26). Naturalmente il concetto dell’eternità del tempo è troppo grande per la mente umana da capire o spiegare, pur non potendo oggettivamente smentirla.
Durante il primo secolo l’apostolo Paolo si rivolse agli eruditi ateniesi del suo tempo, dichiarando che il «Dio sconosciuto» cui essi offrivano il culto era il Padre Eterno e la Sua Parola, il Cristo, nostro Creatore (Atti 17:23). Questo è lo stesso messaggio proclamato in varie lingue nel mondo, mediante la rivista La Buona Notizia.
Nelle pagine di questa rivista e dei nostri opuscoli monotematici esponiamo in modo dettagliato le ragioni per cui crediamo all’esistenza eterna di Dio Creatore e di cosa ci riserva il futuro. Tutte le nostre pubblicazioni sono accessibili e scaricabili gratuitamente dalla biblioteca del nostro sito web www.LaBuonaNotizia.org.

Conta quello in cui crediamo?

Due opposte visioni della vita si scontrano: la prima sostiene che l’essere umano non è altro che un incidente cosmico, il risultato di milioni di anni di mutazioni casuali e della sopravvivenza del più forte. In sostanza bisogna cercare il numero uno perché è quello che conta. Questa visione disperata riassume in altre parole il pensiero darwiniano. Lo storico Paul Johnson ne analizza i risultati sul settimanale Spectator: «La colpa è di Dawkins, guida dei fondamentalisti darwiniani, il quale sembra aver collegato in modo indissolubile Darwin alle forme più estreme dell’ateismo e ha proiettato su di noi la visione di un mondo squallido, dove la vita non ha scopo e l’essere umano non ha più importanza di un sasso, essendo soggetto al processo cieco di una natura insensibile e senza senso» (27 agosto 2005, pag. 25). In effetti Richard Dawkins ha descritto l’universo come «una realtà senza scopo, né buona né cattiva, nulla più che pietosa indifferenza» (River Out of Eden, 1995, pag. 133). Di fronte a queste affermazioni il professor McGrath ha affermato in tutta sincerità che «la teoria dell’evoluzione porta inesorabilmente ad un mondo senza Dio e senza alcuno scopo» (The Twilight of Atheism, 2004, pag. 108). In altre parole, una teoria che giustifica i genocidi.
L’altra visione del mondo, d’altro canto, concepisce la vita come un dono divino. La vita insomma non è la ricerca dell’affermazione di sé stessi, al contrario mira alla realizzazione del disegno divino per noi. E’ la visione cristiana, che ha come obiettivo l’amore verso Dio e il prossimo, prendendo a modello l’uomo migliore mai vissuto, Gesù Cristo. Egli ci ha mostrato l’ultimo esempio di amore donando la Sua vita per noi, affinché potessimo condividere con Lui l’intero universo (Romani 8:16-23).
La posta in gioco è alta: due visioni opposte influenzano il nostro pensiero (e quello dei nostri figli) su temi fondamentali quali: chi siamo, perché siamo qui, la causa dei nostri problemi e come possono essere risolti. Non siate disarmati di fronte alla battaglia più importante della vita, prendete coscienza della verità e scegliete fra la teoria dell’evoluzione e la dottrina della creazione, così come è rivelata nella Bibbia. Continuate anche con la lettura de La Buona Notizia per essere sicuri di aver approfondito i temi chiave della vita vostra e dei vostri cari. LaBuonaNotizia.org