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La Pasqua di Cristo per noi.

Cari Fratelli
Stiamo per entrare in una nuova stagione di festività bibliche, il cui inizio è segnato dalla Pasqua, la solennità religiosa che tra tutte quelle in calendario ci porta maggiormente a riflettere. Sicuramente in questi giorni vi state concentrando sul prepararvi a osservarla, per cui desidero rivedere alcuni concetti essenziali in merito. Infatti, il modo in cui celebriamo i Giorni Santi successivi scaturisce proprio dalla corretta osservanza della Pasqua del Signore (Levitico 23:4-5).

Prepararsi per la Pasqua è come prepararsi per il battesimo. Si inizia con il profondo convincimento, mediante lo Spirito e la Parola di Dio, del fatto di essere peccatori e sotto la pena di morte. Come primo passo dunque dobbiamo esaminare noi stessi attraverso il grande specchio spirituale di Dio, le parole di Dio. In Ebrei 4:12 leggiamo: “La parola di Dio infatti è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli e penetra fino alla divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, ed è in grado di giudicare i pensieri e le intenzioni del cuore” (Ebrei 4:12). L’auto esaminazione è di vitale importanza. Ricordiamo le parole dell’apostolo Paolo: “Perché se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati” (1 Corinzi 11:31). Se non giudichiamo noi stessi, Dio interverrà e ci giudicherà nel tentativo di farci capire che abbiamo bisogno di mettere in ordine la nostra casa spirituale.

Quando esaminiamo noi stessi, realizziamo di doverci riconciliare con Dio e Cristo e con ciascun membro del Corpo di Cristo. Dobbiamo giungere a comprendere che se non fosse per il ravvedimento e la fede nel sacrificio di Cristo, saremmo destinati alla morte eterna. L’apostolo Paolo lo afferma chiaramente quando dice “Infatti il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 6:23). Gesù Cristo è morto al nostro posto affinché fossimo riconciliati con Dio il Padre e ricevessimo la caparra dello Spirito (Romani 5:10; 2 Corinzi 1:21-22). Perciò uno dei grandi requisiti per poter osservare correttamente la Pasqua è essere riconciliati con Dio il Padre. Questa riconciliazione consiste nel ravvederci dei nostri peccati e avere fede nel sacrificio di Cristo. Il corpo e il sangue di Cristo furono sacrificati per pagare il prezzo dei nostri peccati. Di fatto, Cristo è la nostra Pasqua (1 Corinzi 5:7-8).

Dunque dobbiamo discernere il corpo di Cristo in senso letterale. Infatti, il Suo corpo e il Suo sangue furono sacrificati affinché potessimo passare dalla penalità del peccato e della morte alla vita. I simboli pasquali del pane e del vino rappresentano la Sua carne e il Suo sangue, in merito ai quali Gesù stesso disse: “In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete la vita in voi” (Giovanni 6:53). Ci viene dunque comandato di osservare la Pasqua secondo i dettami della Scrittura.

Nell’istruire i Corinzi su come osservare la Pasqua, l’apostolo Paolo li rimproverò per aver mangiato il pane e bevuto il calice “indegnamente”. Il termine usato in greco per la parola “indegnamente” è anaxious, che significa “in maniera irriverente”. La Chiesa di Dio è definita il “Corpo di Cristo” in quanto Cristo stesso, tramite lo Spirito Santo, vive nei credenti generati spiritualmente. Dunque per poter osservare la Pasqua dobbiamo prima essere riconciliati con il “Corpo di Cristo”, in quanto membri del Suo Corpo, altrimenti provocheremo il giudizio di Dio.

Quando mangiamo e beviamo i simboli pasquali stiamo affermando di essere stati riconciliati con Dio, con Cristo e con ogni membro del Corpo di Cristo. L’apostolo Paolo disse: “Io parlo come a persone intelligenti; giudicate voi ciò che dico: il calice della benedizione, che noi benediciamo, non è forse partecipazione con il sangue di Cristo? Il pane, che noi rompiamo, non è forse partecipazione con il corpo di Cristo? Poiché vi è un solo pane e noi, sebbene in molti, siamo un solo corpo, poiché tutti partecipiamo dell’unico pane” (1 Corinzi 10:15-17). Nei versi precedenti l’apostolo Paolo sottolinea che per poter osservare la Pasqua degnamente bisogna prima essere riconciliati con ogni membro del Corpo di Cristo.

L’apostolo continua imprimendo nella nostra mente e nel nostro cuore come la malattia o anche la morte possono scaturire dal fatto di non giudicare noi stessi. “Ma quando siamo giudicati, siamo corretti dal Signore, affinché non siamo condannati col mondo” (1 Corinzi 11:29-32). In pratica, Dio afferma tramite l’apostolo Paolo che se non giudichiamo noi stessi, sarà Lui a giudicarci in qualche modo con lo scopo di attirare la nostra attenzione e condurci al ravvedimento, piuttosto che vederci non entrare nel Suo Regno.

In Giovanni 6:35 Gesù disse: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà mai più fame e chi crede in me non avrà mai più sete”. E nel verso 63 continua dicendo: “È lo Spirito che vivifica; la carne non giova a nulla; le parole che vi dico sono spirito e vita”. Gesù eguaglia le Sue parole a spirito e vita. Oltre a osservare la Pasqua, veniamo esortati a vivere sulla base di ogni parola che procede dalla bocca di Dio (Matteo 4:4). Così facendo possiamo rinnovare tutti i giorni l’uomo interiore e crescere in grazia e conoscenza.

Durante la preparazione per la Pasqua, vi incoraggio a riflettere su questi spunti importanti e ad approfondirli. Prendete del tempo per leggere, studiare e meditare su tutte le scritture che ho citato. Il piano e il proposito di Dio sono talmente immensi che non siamo in grado di descrivere in pieno la meraviglia dell’amore e della misericordia che Dio e Cristo hanno elargito a ognuno di noi. È un piano che ci libera dalla paura, dall’ignoranza, dalla superstizione e dai dogmi dell’uomo. Ma ancora più importante, la Pasqua ci libera spiritualmente dal peccato e dalla morte permettendoci di accedere alla vita risorta tramite lo Spirito di Dio e Cristo che dimora in ognuno di noi. È mia fervida speranza e preghiera che tutti noi possiamo trarre profonda ispirazione dalla Pasqua e dalla Festa degli Azzimi che stiamo per celebrare.

Al servizio di Gesù Cristo,

Donald L. Ward